Traffico di droga e armi: blitz tra Calabria e Piemonte, due arresti

Reggio Calabria Cronaca

I carabinieri della Compagnia di Locri, nel reggino, sono stati impegnati in un’operazione che, dall’alba di ieri, ha portato all’arresto, tra i comuni di Platì e Novara, in Piemonte, di due persone accusate, a vario titolo, di detenzione illegale di stupefacenti, armi clandestine, munizioni e ricettazione in concorso. Il provvedimento è stato emesso dal Gip del Tribunale locale su richiesta della Procura della Repubblica.


Nell’operazione, denominata “Satellite”, sono finiti in manette Giuseppe Maviglia, 39enne nato a Locri ma residente a Novara, disoccupato e già noto alle forze dell’ordine; e Domenico Perre, 54enne nato e residente a Platì, anch’egli disoccupato e già latitante dal 1991 al 1994.

Le indagini sono iniziate lo scorso maggio quando, i militari di Platì, nell’ambito di un controllo del territorio, eseguirono delle perquisizioni nella zona della vallata del “Bonamico”. L’11 maggio, così, dopo una perquisizione a effettuata proprio casa di Perre, controllarono dei terreni limitrofi etra la vegetazione trovarono del materiale nascosto sotto terra. Nelle buche naturali vi erano otto fucili di vario calibro con matricola punzonata, alcuni con relativo serbatoio; un altro fucile della Winchester, un calibro 30-30 oggetto di un furto denunciato nel 2012 a Pontenure; una pistola Arminius, calibro 22 a tamburo, anch’essa rubata nel 2006 a Borgomanero; un congegno di mira tipo a cannocchiale; un puntatore laser per armi; un rilevatore satellitare Gps; circa 500 cartucce di vario calibro; un sacco in plastica con dentro 2,7 kg di eroina; un altro con oltre 2,5 kg di canapa indiana ed un altro ancora con circa 700 grammi di cocaina; infine, del materiale vario per il confezionamento della droga.

Su quanto ritrovato vicino alla casa di Perre, sono state avviate le indagini che, coordinate dalla Procura di Reggio Calabria, avrebbero portato dopo alla scoperta di numerosi indizi a carico di Perre e Maviglia, rispettivamente zio e nipote. La “collaborazione” tra i due, secondo gli inquirenti emergerebbe dall’analisi del rilevatore gps trovato nel fondo. Gli investigatori hanno difatti scoperto che la scheda telefonica era stata installata ai fini assicurativi su un’autovettura, una Opel Zafira, ceduta nel 2014 a Maviglia che, pur vivendo a Novara, ha sempre mantenuto i rapporti con lo zio e il territorio della Locride.

Questo e tanti altri elementi hanno permesso di ricostruire i presunti legami tra i due, che oggi, dopo l’arresto, sono stati trasferiti nel carcere di Locri.

(ultimo aggiornamento 11:13)