Rende, Miceli (M5S): “Che fine ha fatto il Piano industriale?”

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Era il mese di agosto quando l’esecutivo Manna annunciava: “A settembre porteremo il piano industriale della Rende Servizi in Consiglio Comunale”. Questa maggioranza di centrodestra continua a sbandierare il suo come il governo del fare, ma nei fatti non supera la semplice enunciazione. Le parole del sindaco e del delegato alla società in house riecheggiano ricolme della loro vuotezza in città, riempiendo di aspettative il presente dei tanti lavoratori che ancora oggi, e nonostante tutto, credono in quel progetto”. È quanto ha afferma Domenico Miceli, consigliere comunale di Rende del Movimento 5 stelle.

“Un progetto secondo noi nato male che rischia di finire anche peggio. Come Movimento 5 Stelle abbiamo chiesto più volte un cambio di rotta all’esecutivo di centro destra sulla gestione della partecipata, sull’organizzazione del personale e dei servizi, sulle possibili nuove strade che deve percorrere per poter iniziare a viaggiare economicamente in modo sempre più autonomo dalle casse del Comune.

“A distanza di due anni, invece, tutti i buoni propositi di Manna sono rimasti lettera morta e i vari piani industriali annunciati non hanno mai visto la luce. “E io pago”, avrebbe detto Totò, per servizi che non riescono a soddisfare nessuno, per interventi ordinari borderline che lasciano sempre il posto alle emergenze.

Abbiamo denunciato più volte in Consiglio comunale scelte amministrative incomprensibili, come l’acquisto di un autospurgo di seconda mano che resta chiuso nel deposito mentre il servizio continua ad essere affidato ad una ditta esterna. Soldi pubblici buttati? Evidentemente sì. Mentre si poteva tranquillamente pensare di ammodernare il parco auto per il trasporto disabili laddove, in città, viene ormai marchiato come “trasporto bestiame”.

“Ma, si sa, la politica è fatta di calcoli, di scelte e di priorità. E le scelte di questo esecutivo continuano a mostrare indifferenza rispetto alle priorità dei cittadini di Rende. Amministrati da un sindaco che naviga a vista, sballottolato a destra e manca dalle varie correnti che lo tengono in un costante equilibrio precario. Troppo impegnato a rinegoziare le sue promesse elettorali per mantenersi aggrappato alla poltrona di primo cittadino”.