La Targa Tenco a Peppe Voltarelli per il suo omaggio a Otello Profazio

Calabria Tempo Libero

Dopo la nomina di Otello Profazio decisa dalla direzione del Club Tenco, la giuria del più prestigioso Premio sulla canzone d’autore, composta da oltre duecento giornalisti e critici musicali, ha conferito a Peppe Voltarelli la Targa Tenco, sezione interpreti: un riconoscimento estremamente lusinghiero anche in considerazione del prestigio e della notorietà degli altri artisti in lizza per la stessa sezione tra i quali anche Francesco De Gregori e Peppe Barra.

Artista a dir poco eclettico – scrittore, attore e compositore per il cinema e il teatro – , ormai al giro di boa dei venticinque anni di carriera, Voltarelli ha avviato, nel 2005, una carriera da solista e si è guadagnato da subito un largo seguito di pubblico, anche fuori dai confini nazionali, e lusinghieri riconoscimenti di critica. Questo suo personale omaggio a Otello Profazio cade nel bel mezzo del suo cammino di arte e di vita e risponde all’urgenza di rivendicare con fierezza le proprie origini, senza lasciarsi tentare da fughe estetizzanti verso lidi lontani. Da qui anche la scelta di tenere a bada la sua prorompente personalità per offrire al pubblico, senza inutili orpelli, alcune gemme del repertorio di Profazio, quasi a voler stringere, in un giro armonico o nel distendersi di una rima, un legame tra generazioni diverse e restituire, a un paese senza memoria, pezzi significativi della sua stessa storia culturale.

Un progetto ambizioso che si è concretizzato in un CD-Book con il quale l’editore Squilibri ha inaugurato una nuova collana, Crinali, dedicata proprio alla canzone d’autore. Voltarelli canta Profazio si apre, infatti, con un racconto dello stesso Voltarelli, I piedi nella terra, presenta saggi critici di Domenico Ferraro (docente dell’università di Roma-Tor Vergata), Laura Lombardi (storica dell’arte dell’Accademia di Brera) e Carlo Muratori (autore degli arrangiamenti) ed è corredato dalle opere artistiche di Anna e Rosaria Corcione che, lavorando con la tecnica del décollage su materiali storici, hanno a loro volta reso omaggio a un altro grande calabrese come Mimmo Rotella. Perno centrale di tutto il progetto è, ovviamente, il disco nel quale Voltarelli, con un’interpretazione magistrale, fa rivivere la tradizione dei cantastorie, che nell’incontro tra Otello Profazio e Ignazio Buttitta ha avuto uno dei suoi momenti più emblematici, animando la rappresentazione dolente e stralunata di un meridione eternamente eguale a se stesso, ancora oggi alle prese con gli stessi problemi di ieri.

Otello Profazio e Peppe Voltarelli si ritroveranno dunque assieme sul palco del Teatro Ariston di Sanremo per la cerimonia finale del Premio Tenco, offrendo al pubblico una plastica rappresentazione delle ragioni più profonde dell’intero progetto che era anche quello di stringere, nello svolgersi di un giro armonico o nel distendersi di una rima, una sorta di patto intergenerazionale al fine di restituire, a un paese senza memoria, pezzi significativi della propria storia culturale, qual è senza ombra di dubbio lo sterminato repertorio dell’antesignano del folk revival in Italia.

Un proposito tenacemente perseguito dall’editore Squilibri, che a Profazio ha già dedicato tre volumi e che si appresta a ripubblicarne tutta l’opera, e che non a caso ha pubblicato l’ultimo lavoro di Peppe Voltarelli, con il quale ha condiviso da subito l’intento e l’urgenza: riportare al centro dell’attenzione generale temi di sorprendente e drammatica attualità, affidandosi alle voci esemplari di un sud consapevole e resistente capace di affermare le proprie ragioni con l’eccellenza di una proposta culturale e musicale allo stesso tempo.