Violenza sessuale di gruppo su una minore, nove arresti tra cui figlio boss

Reggio Calabria Cronaca

È scattata stamani all’alba un’operazione, denominata “Ricatto”, condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria che stanno eseguendo nove misure cautelari nei confronti di altrettante persone accusate, a vario titolo, di violenza sessuale di gruppo aggravata, atti sessuali con una minorenne, detenzione di materiale pedopornografico, violenza privata, atti persecutori, lesioni personali aggravate e favoreggiamento personale.

I provvedimenti sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria ed una da quello presso il Tribunale dei Minorenni sempre del capoluogo.

UNA GIOVANE 14ENNE ABUSATA DAL “BRANCO”

Le persone raggiunte dai provvedimenti, tutte di Melito di Porto Salvo, sono in maggior parte giovani incensurati di 21 e 22 anni. In particolare, D.B. e L.T. entrambe di 21 anni; P.P., M.N., D.S. e A.V, di 22 anni; G.I. di 30 anni e già noto alle forze dell’ordine.

Inoltre è stata disposta la custodia in carcere per un 18 enne, G.G., che all’epoca dei fatti era ancora minorenne mentre un 24enne anch’egli incensurato, D.M.P., è stato raggiunto da un obbligo di presentazione quotidiano alla polizia giudiziaria e deve risponde solo del reato di favoreggiamento personale.

L’INDAGINE dei carabinieri di Melito parte nel marzo 2015: gli investigatori avrebbero scoperto che una giovane vittima, nell’estate del 2013, aveva avuto una relazione sentimentale con uno degli arrestati “ma - sostengono i militari - la fragile ed acerba personalità della ragazza” sarebbe stata ben presto sopraffatta venendo costretta ad assecondare indistintamente tutte le richieste del ragazzo, molto più grande di lei.

La giovane sarebbe stata obbligata ad avere rapporti sessuali dapprima con quello che considerava dunque il ragazzo che amava e successivamente con un numero sempre più ampio di suoi amici. La tesi degli inquirenti è che tra la fine del 2013 e gli inizi del 2015, gli arrestati avrebbero più volte abusato sessualmente, anche in gruppo, della ragazza che, nei primi episodi patiti, non aveva ancora compiuto i 14 anni.

LE MINACCE E LA PAURA DEL FIGLIO DEL BOSS

La giovane, “la cui vita era ormai caratterizzata da un perdurante e grave stato d’ansia che l’ha costretta anche a mutare le sue abitudini”, durante questo tragico periodo sarebbe stata completamente soggiogata al gruppo, dal quale non avrebbe avuto alcuna possibilità di sfuggire, poiché minacciata sia di divulgare alcune sue foto intime che di rivelare le “proprie nefandezze” ai suoi genitori. Un altro elemento di paura per la vittima sarebbe stato il fatto che il suo presunto “amante”, il 30enne G.I., fosse figlio di un soggetto attualmente detenuto gche è ritenuto capo della cosca di ‘ndrangheta locale.

IL PESTAGGIO DEL PRETENDENTE

Il gruppo si sarebbe, inoltre, reso protagonista di una vera e propria spedizione punitiva nei confronti di un giovane, con il quale la ragazza aveva intrapreso una normale relazione sentimentale riuscendo per un breve periodo ad interrompere quella spirale di violenza e soprusi cui sarebbe stata sottoposta. Il gruppo per fare allontanare il “pretendente” e dunque “riappropriarsi” della ragazza lo avrebbe pestato violentemente.

Sette degli arrestati sono stati portati nella circondariale di Reggio Calabria, mentre P.D., che all’epoca era minorenne, presso una Comunità nel messinese.

(Aggiornata alle 12:00)