Omicidio Scarfone: arrestati i presunti autori, la casa della madre alla base del delitto?

Reggio Calabria Cronaca

Omicidio volontario aggravato e porto e detenzione di arma da fuoco. Con queste accuse i Carabinieri di Gioia Tauro e Rosarno stamani hanno eseguito un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura di Palmi, nei confronti di Angelo Scarfone, 52 anni, e Luigi Timpani, di 28, che sono ritenuti, rispettivamente, il primo l’esecutore materiale ed il secondo il “concorrente morale” dell’omicidio di Antonio Scarfone, il commerciante 49enne di Rosarno ucciso nella notte tra il 14 e 15 agosto scorso mentre si trovava nell’abitazione della madre, in via Papa Giovanni XXIII.

Le indagini sono state avviate subito dopo l’assassinio. Sul luogo del delitto fu eseguito dapprima un accurato sopralluogo, svolto dalla SIS del Reparto Operativo reggino, dopodiché si erano sentite tutte le persone considerate informate sui fatti. Coordinate dal Procuratore Ottavio Sferlazza e del Sostituto Valentina Giammaria, furono anche effettuare una serie di attività tecniche che avrebbero consentito di ricostruire in maniera puntuale l’accaduto.

Secondo gli investigatori, nell’abitazione della madre della vittima, nella mattinata prima del delitto, Scarfone sarebbe stato obbligato ad allontanarsi di casa, sotto la minaccia di essere ammazzato, da un gruppo di fuoco che sarebbe stato composto da sei persone armate, tra cui i due fermati di oggi.

Nel pomeriggio, una pattuglia dei Carabinieri della Tenenza locale era già intervenuta, trovando sul luogo alcuni componenti della famiglia, tra cui Angelo Scarfone, che lamentavano lo stato di abbandono in cui versava Carmela Fazzari, la madre della vittima e gravemente ammalata, attribuendone la responsabilità al 49enne, che allora era assente.

In base alle tesi dei militari la situazione sarebbe poi precipitata nella tarda serata, quando la vittima, dopo aver trascorso la giornata fuori casa probabilmente temendo per la sua incolumità e per quella della moglie, era rientrato nell’abitazione e qui affrontato dai familiari. A seguito di una colluttazione era stato raggiunto da due colpi d’arma da fuoco che ne provocarono la morte.

I carabinieri ritengono dunque di aver raccolto dei gravissimi elementi indiziari nei confronti degli indagati (prezioso a tal proposito sarebbe il contributo dei colleghi di Reggio Emilia) disvelando anche il presunto movente del delitto che sarebbe riconducibile a questioni relative al possesso dell’abitazione della madre ed alla riscossione della sua pensione.

Entrambi i fermati sono stati trasferiti nella Casa Circondariale di Palmi. Nel pomeriggio del 22 Agosto, a seguito dell’interrogatorio di garanzia, il fermo è stato convalidato ed il Gip ha confermato nei loro confronti la custodia cautelare in carcere.