Rifiuti. Comuni spendono 21mld, alla Calabria costano 460 milioni: che vanno ai privati

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Lo smaltimento dei rifiuti è costato ai comuni italiani ben 21,2 miliardi di euro in appena 30 mesi, dal 2014 ai primi 7 mesi del 2016. Pagamenti, pari a poco meno di 700 milioni di euro al mese a carico delle casse comunali, per onorare contratti di servizio con le società private.


Venezia, Napoli e Bari in cima agli “esborsi” per nucleo familiare. A Roma la spesa supera la soglia di 1,5 miliardi di euro. Per garantire l’erogazione direttamente ai cittadini, inoltre, il gettito derivante dalla tassa sui rifiuti (TARI-TARES), quale pagamento del servizio di raccolta e di smaltimento dei rifiuti ha raggiunto, nello stesso periodo, la soglia dei 20 miliardi di euro, pari a 760 per nucleo familiare.

A livello regionale, i cittadini più “vessati” risultano residenti in Toscana, Liguria e Umbria. È quanto emerge dalla Nota scientifica “L’economia dei rifiuti nei comuni italiani” realizzata dall’Istituto Demoskopika.

SMALTIMENTO: 700 MILIONI DI EURO AL MESE.

Per onorare i contratti di servizio per lo smaltimento dei rifiuti, gli enti comunali italiani hanno drenato dalla casse comunali ben 21.170 milioni di euro dal 2014 ad oggi, con un incremento dello 0,8% nel 2015 rispetto ai dodici mesi precedenti. I pagamenti più rilevanti, in valore assoluto, sono stati effettuati dalle amministrazioni comunali in Lombardia con 2.742 milioni di euro, nel Lazio con 2.653 milioni di euro, in Campania con 2.461 milioni di euro i cui “esborsi” rappresentano poco meno del 40% del castelletto complessivo delle spese in Italia.

A seguire i comuni in Toscana (1.768 milioni di euro), Emilia Romagna (1.723 milioni di euro), Sicilia (1.679 milioni di euro), Puglia (1.581 milioni di euro), Piemonte (1.549 milioni di euro), Veneto (1.132 milioni di euro). A di sotto del miliardo di euro di pagamenti, i governi locali in Liguria (807 milioni di euro), Sardegna (632 milioni di euro), Marche (514 milioni di euro), Abruzzo (473 milioni di euro), Calabria (459 milioni di euro), Umbria (345 milioni di euro) e Friuli Venezia Giulia (332 milioni di euro). Meno significativi, si fa per dire, i pagamenti effettuati dai comuni in Basilicata (172 milioni di euro), Trentino Alto Adige (69 milioni di euro), Molise (58 milioni di euro), e, infine, Valle d’Aosta (19 milioni di euro).

TRIBUTI LOCALI: LA TASSA DUI RIFIUTI COSTA 760 EURO A FAMIGLIA

Per garantire il servizio di raccolta e di smaltimento dei rifiuti, ai comuni serve una più che rilevante copertura finanziaria. Analizzando le entrate dei comuni italiani emerge che il gettito prodotto, dal 2014 ai primi 7 mesi del 2016, prima dal tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (Tares) e, successivamente, dalla tassa sui rifiuti (Tari), è stato pari a 19.619 milioni di euro, circa 760 euro per ciascuna famiglia e con un incremento dell’11,8% nel 2015 rispetto al 2014.

A livello regionale, analizzando gli incassi medi per ogni nucleo familiare, il quadro che scaturisce pone in testa alla classifica dei cittadini più “vessati” i residenti nei comuni della Toscana con 992 euro pro-capite che hanno generato un gettito pari a 1.631 milioni di euro, della Liguria con 966 euro pro-capite (747 milioni di euro), dell’Umbria con 941 euro pro capite (361 milioni di euro), della Puglia con 939 euro pro-capite (1.494 milioni di euro) e della Campania con 911 euro pro-capite (1.968 milioni di euro).

Seguono, con un incasso medio per famiglia residente al di sopra della media italiana, l’Emilia Romagna con 881 euro pro-capite e un gettito rilevato pari a 1.757 milioni di euro, l’Abruzzo con 855 euro pro-capite (475 milioni di euro), le Marche con 825 euro pro-capite (532 milioni di euro), la Sardegna con 792 euro pro-capite (570 milioni di euro), la Sicilia con 777 euro pro-capite (1.575 milioni di euro), il Piemonte con 770 euro pro-capite (1.548 milioni di euro) e la Basilicata con 763 euro (177 milioni di euro).

AI CALABRESI “GABELLA” DA 590 EURO

A posizionarsi al di sotto della soglia media italiana dei 760 euro per ciascun nucleo familiare, il Lazio con 738 euro pro-capite e con un castelletto di incassi pari a 1.942 milioni di euro, la Valle d’Aosta con 714 euro pro-capite (44 milioni di euro), la Lombardia con 628 euro pro-capite (2.776 milioni di euro), la Calabria con 590 euro (473 milioni di euro). E, ancora, i comuni del Friuli Venezia Giulia che hanno incassato dalla tassa sui rifiuti circa 586 euro per ciascun nucleo familiare pari a 328 milioni di euro, il Molise con 575 euro pro-capite (76 milioni di euro), il Veneto con 531 euro pro-capite (1.094 milioni di euro) e, infine, il Trentino Alto Adige con un prelievo di appena 111 euro (50 milioni di euro).

A VENEZIA, NAPOLI E BARI LA MAGGIORE SPESA PRO-CAPITE

Venezia, Napoli e Bari risultano le tre città italiane con la maggiore spesa media sostenuta da ciascuna famiglia per il servizio di smaltimento dei rifiuti. Un dato ottenuto rapportando i pagamenti effettuati dal 2014 al luglio 2016, rilevati dal sistema Siope, sul totale delle famiglie residenti in ciascuno dei 15 comuni più popolosi d’Italia.

In particolare, su 237 milioni di euro di pagamenti, effettuati dal governo comunale di Venezia per garantire il contratto di servizio di smaltimento rifiuti, circa 1.839 euro possono essere considerate mediamente a carico di ciascun nucleo familiare residente. Alla stregua delle famiglie residenti a Napoli che si ritrovano un “carico finanziario” pro-capite pari a 1.628 euro con una spesa pari a 608 milioni di euro, a Bari con una spesa pro-capite di 1.197 euro pari a 163 milioni di euro, a Palermo con una spesa pro-capite di 1.161 euro pari a 302 milioni di euro.

A Roma, la spesa sostenuta per garantire il contratto di servizio per lo smaltimento dei rifiuti raggiunge un ammontare complessivo di ben 1.521 milioni di euro, pari a 1.121 euro per nucleo familiare, e con un incremento dei costi, nel 2015, del 34,4% rispetto all’anno precedente.

Seguono Milano con una spesa pro-capite pari a 1.110 euro (805 milioni di euro), Genova con una spesa pro-capite pari a 1.104 euro (325 milioni di euro), Torino con una spesa pro-capite pari a 1.089 euro (478 milioni di euro), Messina con una spesa pro-capite pari a 1.088 euro (109 milioni di euro), Padova con una spesa pro-capite pari a 1.064 euro (107 milioni di euro), Firenze con una spesa pro-capite pari a 941 euro (178 milioni di euro).

In coda si posizionano le città di Bologna con una spesa pro-capite pari a 886 euro (182 milioni di euro), Verona con una spesa pro-capite pari a 818 euro (100 milioni di euro), Trieste con una spesa pro-capite pari a 783 euro (83 milioni di euro) e, infine, Catania con una spesa pro-capite pari a 638 euro (87 milioni di euro).