Emergenza castagni, Confcoltivatori chiede l’intervento urgente della Regione

Calabria Attualità

Per sollecitare l’adozione degli interventi necessari a far fronte alla grave emergenza fitosanitaria che sta colpendo quasi tutti i castagneti radicati nelle aree interne della Regione Calabria, in seguito agli intensi attacchi dell’insetto meglio conosciuto come cinipide galligeno del castagno, ConfColtivatori ha scritto al Presidente della Regione Oliverio e per conoscenza al Consigliere delegato D’Acri.

Nella lettera si denunciano gravi danni ambientali per i già precari equilibri dell’ecosistema delle colline e delle montagne calabresi. Infatti il Pollino la Sila e l’Aspromonte hanno più o meno la stessa morfologia, la stessa flora, i castagni nella maggior parte dei casi sono frammisti ai pini. Chi attraversa per tutta la sua lunghezza la Calabria, chi attraversa le varie province calabresi, si trova di fronte ad uno spettacolo costante, impietoso e triste. Centinaia di migliaia di ettari di vegetazione è stata attaccata da parassiti di origini orientali: la processionaria del pino ha attaccato le conifere, e il cinipide, appunto, il castagno

“Ora, mentre si sa benissimo che per la lotta alla processionaria del pino la procedura è molto più complessa e costosa, si sa altrettanto bene che la lotta al cinipide ha costi e procedure più semplici e più realizzabili. Ritornando pertanto al parassita del castagno, l’insetto in questione provoca dei vistosi rigonfiamenti sulle foglie, riducendo l’attività fotosintetica degli alberi attaccati. Il rimedio è l’introduzione di un antagonista naturale, un’altra piccola vespa originaria dell’estremo oriente (Dryocosmus kuriphilus) che si nutre a spese del cinipide. Ci risulta che in alcune aree della regione sono stati fatti degli interventi con il rilascio dell’antagonista, dove si sono raggiunti risultati più che soddisfacenti; infatti pare che in queste aree l’anno successivo al trattamento il problema si è ridotto del 30% mentre si è risolto quasi definitivamente nei successivi tre anni.

“E’ noto, ancora, che nelle stesse zone trattate, è stata riconosciuta la calamità naturale con il conseguente ristoro dei danni per la mancata produzione. Si constata, però, che in tantissime altre aree della regione il problema non solo non è stato mai combattuto, ma pare non si voglia nemmeno affrontarlo. Si invita pertanto il Presidente Oliverio e il delegato all’agricoltura D’Acri ad attivarsi al fine di mettere in campo, con urgenza, tutti i possibili provvedimenti per far fronte al mancato reddito dei castanicoltori e contestualmente procedere massicciamente nelle aree non trattate, al rilascio urgente dell’insetto antagonista, al fine di risanare e risolvere i problemi ambientali e territoriali delle tante aree interne calabresi”. ConfColtivatori ha infine comunicato azioni consequenziali nel caso in cui il problema venga ignorato.