Sbarco a Reggio: fermati i due presunti scafisti

Reggio Calabria Cronaca

La Squadra Mobile reggina ha sottoposto a fermo di indiziato di delitto due extracomunitari del Ghana che sono accusati di essere stati al comando dell’imbarcazione sulla quale viaggiava parte dei migranti sbarcati a Reggio Calabria nel pomeriggio del 6 luglio scorso, dopo essere stati soccorsi in mare al largo delle coste libiche dalla nave “Bettica” della Marina Militare su cui, come si ricorderà, era anche nata una bimba, la piccola Manuela.

Ai fermati, un 27enne (Alì Baba) ed un 42enne (Ik Kobia), la Dda ha contestato i reati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Secondo gli inquirenti, con altri soggetti ancora non identificati, avrebbero consentito ai migranti l’ingresso illegale in Italia utilizzando sia mezzi terresti che navali ed avendo tra loro ruoli e compiti definiti.

In pratica avrebbero reclutato le persone interessate ad entrare nel nostro Paese, facendosi pagare, ed organizzato ed eseguito in tutte le fasi il loro trasferimento, attraverso una rete organizzativa costituita da uomini e mezzi di trasporto per raggiungere le località di mare di partenza (le coste nord-africane) e procurando le imbarcazioni necessarie per la traversata. I due fermati avrebbero poi fatto da scafista e addetto al governo dell’imbarcazione.

Contestati Inoltre i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina con le aggravanti di aver permesso l’ingresso in Italia di più di cinque persone; di averle esposte a pericolo per la vita o per la loro incolumità; di averle sottoposte a trattamento inumano o degradante e di aver commesso il fatto allo scopo di trarne profitto, anche indirettamente.

Dalla ricostruzione degli investigatori è emerso che le persone a bordo del gommone soccorso, dopo aver pagato svariate somme di denaro agli organizzatori dei viaggi e dopo essere stati rinchiusi per giorni in diversi luoghi della Libia, spesso sottoposti a maltrattamenti e vessazioni, erano partiti da Sabratah (Libia) nella notte tra il 4 ed il 5 luglio.

È stato poi scoperto che la navigazione, durata diverse ore, è avvenuta in assenza di ogni condizione di sicurezza per i migranti e senza che agli stessi venisse fornito alcun cibo.

I due presunti scafisti, inoltre, avrebbero sempre avuto il comando dell’imbarcazione, provvedendo a condurla, a rifornirla di carburante e mantenendo la rotta verso le nostre coste sapendo leggere le apparecchiature di navigazione e dimostrando dunque non comuni cognizioni marinaresche. Nel corso dell’indagine, inoltre, è stato sequestrato del materiale ritenuto utile per identificare gli organizzatori, i finanziatori e gli altri complici del traffico di esseri umani.