Lavoro nero e caporalato, denunciati 146 imprenditori: controlli a Crotone e Cosenza

Calabria Cronaca

Cosenza e Crotone in Calabria ma anche Milano, Vicenza, Perugia, Prato, Roma, Viterbo, Teramo, Taranto e Matera: sono queste le province in cui i Nuclei operativi dei Gruppi tutela lavoro dei Carabinieri hanno eseguito un’attività di contrasto del lavoro nero, al caporalato, alle truffe ai danni degli enti previdenziali, oppure alle infrazioni alle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.


Nel trimestre che va da aprile a giugno scorso i militari hanno passato al setaccio ben 405 aziende e controllato le posizioni lavorative di circa 2mila addetti. Al termine dell’attività sì è così scoperti 270 lavoratori a nero, di cui 33 clandestini, e si è denunciati 146 datori di lavoro, in gran parte per l'inosservanza della normativa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro comminando multe per oltre 1 milione e 800 mila euro.

78 attività imprenditoriali che operano in diversi settori (dal tessile all'agricoltura o esercizi pubblici) sono state sospese a causa dell’utilizzo di manodopera in nero elevate sanzioni amministrative per circa 840mila euro.

Questi, in sintesi, alcuni dei principali dati dell’attività svolta in soli tre mesi: una attività che gli stessi investigatori definiscono “preliminare” e “di analisi” con lo scopo di andare ad individuare obiettivi più a rischio.

Gli ispettori del lavoro dell’Arma hanno poi denunciato 146 persone ritenute responsabili di somministrazione o utilizzazione illecita o fraudolenta di manodopera, di lavoro nero con la correlata evasione ed elusione contributiva, nonché di numerose violazioni al Testo Unico per l'Immigrazione, avendo favorito l'immigrazione clandestina impiegando illecitamente extracomunitari privi del permesso di soggiorno.

Durante il trimestre preso in esame, poi, il Nucleo tutela del lavoro di Palermo ha effettuato una vigilanza ispettiva in Sicilia controllando 48 aziende e le posizioni di 159 lavoratori, 27 dei quali sono risultati impiegati in nero: 12 attività sono state sospese elevando sanzioni per oltre 170mila ed altre 450 mila per violazioni alle norme sulla sicurezza sui luoghi di lavoro.