Depurazione in Calabria, Ferrara (M5S): “Dalla Regione solo provvedimenti tampone”

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A che punto è la depurazione in Calabria? Non è facile capirlo nonostante i finanziamenti emergenziali da parte della Regione Calabria che, come già avvenuto lo scorso anno, vengono erogati ai comuni costieri solo a giugno inoltrato quando ormai qualsiasi intervento sugli impianti obsoleti o non funzionanti che caratterizzano tantissimi comuni calabresi, sono totalmente inutili.

L’eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Laura Ferrara, su questo tema, fin dal suo insediamento a Bruxelles, sta tenendo alta l’attenzione mantenendo una comunicazione costante tanto con il Dipartimento regionale competente, quanto con i Comuni che hanno beneficiato dei finanziamenti pubblici, al fine di comprendere qual è lo stato dell’arte dei lavori di riefficientamento e riqualificazione degli impianti.

«Fra pochi giorni – informa la Parlamentare europea – scadranno i tempi della seconda proroga concessa dalla Regione ai Comuni per la messa in funzione degli impianti depurativi. Ci risulta che solo alcuni dei Comuni beneficiari degli 8 milioni di euro stanziati nel giugno 2015 hanno effettivamente concluso i lavori. Negli scorsi giorni l’assessorato regionale all’ambiente ha stanziato ulteriori 6 milioni e mezzo per affrontare la stagione, già bella e iniziata, “in sicurezza”. La Regione dimostra ancora una volta di affrontare un problema ormai strutturale per il nostro territorio con interventi tampone.

Non c’è un piano efficiente – continua la Ferrara – che possa porre la parola fine alla crisi del sistema depurativo calabrese. Una crisi che non si può risolvere partendo dai comuni costieri. Come Movimento 5 Stelle ci siamo fatti promotori di una proposta concreta per arrivare finalmente ad una soluzione del problema, ovvero una gestione pubblica del comparto che garantisca i principi di efficacia ed efficienza, ma anche un’assoluta trasparenza nell’uso dei fondi indiretti, un monitoraggio costante degli impianti i quali devono essere sottoposti a un piano speciale di adeguamento oltre che, una necessaria mappatura subacquea per individuare gli scarichi abusivi e non censiti. In Calabria si sono investiti, male, 200 milioni di euro. Fondi pubblici destinati alla depurazione spesi nella totale opacità. Non mi sembra – conclude la Ferrara - ci sia un impegno reale e strutturale, da parte di questo governo regionale, al fine di rendere il sistema depurativo calabrese funzionante. A rimetterci è l’immagine del territorio che potrebbe vivere di turismo e invece ogni anno fa bella mostra di chilometri di costa non balneabile, ma ancor di più, questa gestione scellerata va contro la salute degli stessi cittadini calabresi come abbiamo ampiamente dimostrato con i campionamenti effettuati con il progetto Punto zero acqua».