Elezioni. Crotone: i Cinque Stelle contro tutti

Crotone Politica

A Crotone Cinque Stelle contro tutti. Se la giocheranno davvero e fino in fondo questa partita storica sul campo comunale dell’ultima città d’Italia, rimasta senza il pennacchio del capoluogo provinciale dolorosamente strappatole in Parlamento da Matteo Renzi, presenti in solenne silenzio i manovratori del Pd Oliverio Nicodemo, Stumpo Nico, accompagnati dalla ‘vedette’ della Transumanza Bianchi Dorina e con lei altri onorevoli deputati e senatori, città desolata e devastata dall’uscente sindaco Vallone Giuseppe, nel frattempo anche assurto a Presidente di una Provincia Morta, gloriosamente entrata negli stadi del campionato di Serie A.


Contro le falangi del voto di scambio, contro le famiglie del clientelismo politico, contro le madame bianche della transumanza elettorale, contro le liste aziendaliste degli appaltatori dell’Eni, persino contro i loro stessi amici grillini della prima ora, cioè i vecchi fondatori del meetup storico che sono stati fatti fuori da una nuova leva di iscritti e che ora buttano veleno a secchiate sui grillini certificati guidati da Ilario Sorgiovanni.

Un drappello di sognatori che secondo alcuni sondaggi romani potrebbe mettere a repentaglio l’ormai logoro sistema di potere locale controllato dalle lobbies degli ambiziosi e dalle varie sezioni degli arrivisti del Pd.

Una sola lista pentastellata, in cui il voto dei singoli canditati vale molto di meno rispetto al valore del simbolo, del brand nazionale di Piero Grillo, detto Beppe, uno stemma che conta come un pentagramma pitagorico d’oro, un marchio che si sceglie in automatico e si vota d’istinto, che potrebbe persino aprire le porte al ballottaggio.


Una spinta dal basso che nasce

dall’odio di classe e dalla ripulsa

nei confronti di una politica

schiavista, clientelare e feudataria


Con felice sorpresa per i pitagorici seguaci del pentagramma grillo-krotoniate, di fronte ai loro leader nazionali venuti all’incontro clou della loro campagna elettorale, essi hanno potuto direttamente constatare dal vivo che la lista in corsa ha saputo ben miscelare gli ingredienti vincenti.

Collegando in un mix rappresentativo la forte spinta dal basso composta di un diffuso astio, un’avversione popolare, persino un odio di classe, fatto di ripulsa e ripudio nei confronti di una vecchia politica schiavistica, clientelare e feudataria, la stessa che ha fatto accumulare e ammassare ricchezze incredibili ai politicanti locali e regionali. Da qui la denuncia dei vari portatori di prebende, degli usurpatori di pensioni d’oro, vitalizi milionari, appannaggi comunali, che si è fatta un tutt’uno con l’urto degli indignati, la ribellione e il nervosismo etico di giovani ceti professionali emergenti, assemblati in una lista fatta di professionisti e popolino’, tutti anelanti l’urgenza di onestà e giustizia.


Un muro di cemento armato

sollevato dalla gente

nei confronti dei vecchi partiti

e che crea nuovo consenso


Passando dagli spazi chiusi del meetup all’incontro diretto con la gente è così accaduto un fatto inaspettato e sorprendete. Un bagno di folla che ha colmato di gioia il palco di uno di quei posti del sud dove secondo un classico cameo di Rocco Papaleo ‘nessuno è stato mai così felice di andare’ se non la nipotina della famosa zia di un’infedele fidanzata.

I fatti sono stati spietati a tal punto che tutti i partiti in lizza, ogni candidato in competizione ha dovuto scontarsi con un muro di cemento armato che la gente ha sollevato nei loro confronti. Tanto che la logica adesso ci sta tutta, l’aritmetica elettorale ha praticamente già formato la base del consenso e il pronostico non è più una suggestione.

Come si sa il sistema elettorale è fatto di flussi storici, salti generazionali, in entrata e in uscita. In buona sostanza esso ha la forma di una vaso comunicante, una vasca in cui circola il liquido della democrazia e del consenso oppure ristagna la melma retriva della conservazione e il fango sporco della corruzione.

Contro questo blocco si batterebbero i 5 Stelle pitagorici che si potrebbero fare forti di più accurate analisi politologiche e comparate sugli ultimi dati elettorali a Crotone.

Nell’ex capoluogo di provincia, infatti, alla Camera 2013 M5S ottenne il 33% dei consensi con 9.128 voti, diventando d’un colpo il primo partito della città e battendo alla grande il Pd che raccolse solo il 21% delle schede con 6.013 voti.

Tuttavia i grillini non seppero fare squadra né tesoro di quella straordinaria vittoria. Anzi vivacchiarono portando a spasso il cane, cincischiando arcaiche fraseologie, raccogliendo qualche rottame ecologista che era stato coccolato dai maggiorenti deputati nepotisti del Pd.

Tanto che crollarono rovinosamente in meno di un anno, alle Regionali del 2014, dove si accontentarono del 9% contro il 20% del Pd.


Una previsione più che possibilista

potrebbe collocare i Cinque Stelle

tra il 17 ed il 23% dei consensi


Ma la segmentazione di questi valori numerici apparentemente estremizzati fa statisticamente sorgere scenari inediti e verosimili. Cioè quadri proiettivi e assestabili, videate percentuali che stanno facendo tremare l’intera nomenclatura del Pd, con in testa il ‘governatoricchio’ delle tre Calabrie Mario Oliverio.

Tanto che al primo turno la forchetta che aspetterebbe di aprirsi davanti ai 5 Stelle potrebbe oscillare esattamente tra questi due estremi già statisticamente storicizzati, dunque dati scientifici trattabili, cioè tra la soglia minima del 10% e il valore massimo del 33%.

Tradotto in termini probabilistici la previsione di voto ponderabile, il valore atteso, collocherebbe il candidato pentastellato Ilario Sorgiovanni tra il 17% e il 23% (o tra il 18% e il 24%) dell’elettorato.

Quella dei 5 Stelle sarebbe una percentuale che determinerebbe una tripartizione secca della platea elettorale tra Sorgiovanni, Pugliese e Barbieri. Un risultato che nelle successive simulazioni di ballottaggio determinerebbe il confronto tra Sorgiovanni Vs Pugliese oppure Sorgiovanni Vs Barbieri.

Con tutto quel che ne consegue nell’elaborazione d’alleanze, patti e coalizioni che bene farebbero gli elettori già a prendere, con le dovute cautele della definitiva conferma sovrana, in seria considerazione.