Rapina all’orafo Colosimo: arrestato in Grecia il “reclutatore” dei saccheggiatori

Crotone Cronaca

Gli uomini dell’Interpol hanno arrestato in Grecia il rumeno Antonie Alexandru Dragos, di 28 anni, poiché ritenuto responsabile del reato di rapina aggravata e tentato omicidio, in concorso, in danno del grossista di preziosi di Crotone Luciano Colosimo.

L’uomo, destinatario di un mandato di arresto europeo, a seguito di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale di Catanzaro il 10 giugno 2013, è giunto nella giornata del 20 maggio, con un volo di bandiera e scortato da personale del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia., Divisione Interpol, presso lo scalo aereo di Fiumicino e qui gli è stato notificato il provvedimento restrittivo.

I FATTI contestati risalgono al 16 giugno 2012, quando due malviventi, identificati successivamente in Gheorghe Geanca e Mihai Ciovica, entrambi di nazionalità romena ed imputati nello stesso procedimento penale, indossando divise da finanzieri, si sarebbero introdotti all’interno degli uffici della gioielleria e, mentre Ciovica minacciava tre presenti, Geanca, dopo aver selvaggiamente aggredito e malmenato il titolare, riducendolo in fin di vita, si sarebbe impossessato di circa 40 Kg di oro. I malviventi si davano poi ad una precipitosa fuga con la refurtiva a bordo di un’auto guidata da un altro complice che li attendeva in una via limitrofa all’attività commerciale.

Dalle indagini avviate nell'immediatezza dei fatti, è stato possibile verificare che l’autovettura, di proprietà di una persona risultata estranea ai fatti, era in realtà utilizzata al momento da Antonio Musacchio, di 38 anni, residente a Cotronei.

A seguito di ininterrotte ricerche, Musacchio è stato rintracciato dagli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Crotone alle successive ore 14 a Cotronei. Accompagnato in Questura, lo stesso indicò il luogo dove era stata nascosta l’autovettura, che veniva così ritrovata in un garage nella sua disponibilità, ubicato nello stesso comune, e posta sotto sequestro.

Sulla scorta degli elementi raccolti e dai quali sarebbe emerso un grave quadro probatorio a suo carico, Musacchio venne sottoposto a fermo di indiziato di delitto poiché gravemente indiziato di rapina in concorso aggravata a danno di Luciano Colosimo. Il 38enne, dopo le formalità di rito, venne tradotto presso la Casa Circondariale di Crotone.

Dall’attenta analisi delle conversazioni ambientali registrate ed inerenti i colloqui intrattenuti in carcere da Musacchio, sarebbe poi emerso come questi, anche con l’aiuto di alcuni familiari, avesse cercato di recuperare, per nasconderla, parte della refurtiva da lui sottratta all’insaputa dei presunti complici, oltre alla parte che si sarebbe spettata come provento della rapina.

Proprio questo insistente tentativo di “recupero dell’oro” da parte dell’uomo ha portato gli inquirenti a sospettare che l'organizzatore e ideatore della rapina fosse un noto pregiudicato, Annibale Barilari, di 44 anni, sospettato inoltre di nascondere il “ricco bottino”, ed al quale venne notificata, l’11 giugno 2013, un'ordinanza applicativa della Custodia Cautelare in Carcere.

Le attività tecniche ed info-investigative sono state riccamente integrate dalle risultanze delle analisi dei tabulati telefonici delle utenze utilizzate dai malviventi nei giorni antecedenti e successivi alla rapina.

In questo modo gli investigatori sono arrivati ad identificare Mihai Ciovica e Gheorghe Geanca, nonché di comprovare la presenza, all’atto, del crimine, a Crotone, sia dei due che di Antonio Musacchio e Pasquale Maccarrone, quest’ultimo poi morto suicida in carcere dove fu rinchuso in quanto anch’egli attinto da Ordinanza di Custodia.

Le incessanti indagini e ricerche esperite dagli uomini della Squadra Mobile hanno, inoltre, consentito di individuare in provincia di Taranto, ed in particolare nel Comune di Massafra, importanti elementi a carico degli indagati Ciovica e Geanca, i quali sono stati riconosciuti ed identificati anche grazie alle testimonianze di vittime di un'altra rapina, che sarebbe stata commessa dagli stessi in concorso con altri, ai danni di un'altra gioielleria di San Giovanni in Fiore, il 12 settembre 2012.

Questo evento, per modalità di esecuzione e per la brutalità con il quale venne eseguito, apparve subito agli inquirenti come riconducibile agli stessi rapinatori che avevano “operato” all’oreficeria Colosimo. Fra i partecipanti alla rapina di San Giovanni in Fiore vennero, infatti, riconosciuti anche Ciovica e Geanca; ancor più significativi sono stati i dati investigativi che dimostrerebbero come, anche gli organizzatori di quell’efferato crimine, siano stati gli stessi della omologa rapina di Crotone, dato che l’autovettura, una Fiat Punto, utilizzata nella rapina di San Giovanni in Fiore era anch’essa nella disponibilità ed in uso a Musacchio.

A seguito di incessanti attività investigative, si arrivò, inoltre, all'arresto - con due distinti mandati europei - dei cittadini rumeni, il primo rintracciato in Francia ed il secondo nel paese di origine.

Ciovica, peraltro, estradato in Italia, venne processato per il reato ascrittogli e condannato dal Tribunale di Crotone, il 21 aprile scorso, alla pena di 9 anni di reclusione; Geanca, invece, si trova ancora recluso in Romania per altri fatti, in attesa di essere consegnato alle autorità italiane.

Quanto ad Antonie Alexandru Dragos, residente a Crotone nel 2012 e conosciuto con il nome di Alex, sarebbe emerso come lo stesso, anche sulla scorta delle dichiarazioni di un noto collaboratore di giustizia, abbia rivestito il ruolo di “reclutatore” degli esecutori materiali della rapina di Colosimo.

L’analisi dei tabulati telefonici di Dragos nel periodo dal 10 al 18 giugno 2012, arco temporale immediatamente antecedente e successivo alla rapina, dimostrerebbero l’esistenza di reiterati contatti con Geanca e Ciovica.

Ultimate le formalità di rito, il 28enne è stato ristretto presso la casa circondariale di Rebibbia.