Naturium, in Calabria i principi dell’etichetta trasparente e della policultura pianesiana

Calabria Attualità

Desertificazione e inquinamento delle falde acquifere. Due emergenze attualissime che coinvolgono direttamente il nostro Paese a causa di una agricoltura intensiva che per cinquant'anni ha fatto della chimica e dei pesticidi un elemento preponderante nelle pratiche di coltivazione. Ma è possibile invertire la rotta e immaginare un habitat umano più equilibrato e meno distruttivo? La risposta è positiva e arriva grazie all'esperienza maturata dal prof. Mario Pianesi, fondatore dei Punti macrobiotici, nonché ideatore dell'etichetta trasparente pianesiana e della policultura pianesiana. Di questi interessanti argomenti si è discusso, in questi giorni, in Calabria, su iniziativa del progetto culturale “Naturium” che ha ospitato una serie di seminari informativi con il responsabile nazionale di Enulv, Andrea Pepi.

Enulv è l'azienda distributrice dei prodotti con etichetta trasparente pianesiana: un progetto rivoluzionario che è in grado di agire, contemporaneamente, sull’ambiente, sull’agricoltura, sull’alimentazione, sulla salute e sull’economia. A monte di tutto c'è l’idea assoluta di un’agricoltura sostenibile. La policultura pianesiana si fonda sull’autoproduzione spontanea dei semi e sul recupero di varietà antiche e autoctone di cereali, ortaggi e legumi, coltivate senza prodotti chimici di sintesi e in rotazione e consociazione con erbe spontanee e cespugli. E' indispensabile, inoltre, la piantumazione di alberi da frutto ogni cinque metri. Studi scientifici hanno dimostrato che le filiere agroalimentari così strutturate riducono di oltre il 90 per cento il consumo di risorse ambientali. Numerosi i vantaggi: i contadini diventano autonomi economicamente grazie alla pratica dell’autoriproduzione delle sementi e alla vendita diretta dei prodotti, con cui scavalcano la grande distribuzione.

L’habitat naturale ritrova rapidamente un equilibrio, e lo testimonia il fatto che già dopo pochi anni si ripopola di animali selvatici. La qualità organolettica dei prodotti coltivati è eccezionale. L’uso dell’acqua per l’irrigazione si riduce moltissimo. Ma il metodo della policoltura pianesiana non è stato impiegato solo nella riconversione verso un’agricoltura naturale di terreni precedentemente coltivati in modo intensivo. Questo metodo è stato sperimentato persino nella lotta contro la desertificazione. In Mongolia il deserto si è fermato grazie all'applicazione del metodo Pianesi. Non stupisce che l’Accademia delle Scienze mongola abbia conferito sempre a Pianesi la laurea ad honorem come scienziato e dottore e che l’Associazione per la ricerca e la lotta alla desertificazione (Reacd) lo abbia nominato, nel 2011, membro onorario. Da questo primo livello si passa, poi, all’etichetta trasparente pianesiana. Per la serie, più che il packaging conta il contenuto. Ideata da Mario Pianesi nel 1980 - presentata in Senato (2003) e più volte al Parlamento europeo - questo modello di etichetta tutela il consumatore, l’ambiente e il commercio, creando un sistema di tracciabilità dettagliatissimo che certifica la provenienza del prodotto e tutte le fasi della sua trasformazione. Dà informazioni anche sull’impatto ambientale: la quantità di CO2 generata, ad esempio, quella dell’acqua e dell’energia utilizzate.

“È l'etica del produttore, del trasformatore, del distributore e il rispetto verso il consumatore che richiedono un'etichetta trasparente” dice Mario Pianesi, che propone una vera e propria filosofia di vita, basata sulla riscoperta di antiche pratiche alimentari. Contro targhette e cartellini che spesso non dicono nulla e nascondono molto, nasce, dunque, un'etichetta che, al contrario, offre informazioni minuziose sui produttori, sulle varietà orticole e sui territori dove vengono coltivate, sugli animali allevati, sul loro benessere e sulle tecniche di allevamento. Ma anche sul rispetto dell’ambiente e della giustizia sociale. Una rivoluzione che parte dal basso e che coinvolge tutti noi, singoli consumatori che, scegliendo forme di consumo consapevole, possiamo orientare il futuro dell'intero pianeta.