Crotone. Le ambizioni del velista Verri sul ponte di comando della corazzata Barbieri

Crotone Politica

In fondo, in fondo ma proprio all’estremo dell’angusta sala di sempre, l’arena di una Pallacorda locale, sempre comandata da un apparato di piccoli satrapi di un comunismo di periferia, là dove l’embrione di un nuovo PD nato prematuro dal seno del vecchio PCI stenta ancora a crescere e formarsi, i nuovi compagni ‘numismatici’ si mescolano all’ultimo drappello dei successori dei grandi padri della patria ideologica Gramsci, Togliatti, Longo e Berlinguer.


Ci sono i figli e nipoti, le nuore e i cognati, i famigli e il personale serviente, quanto basta per star dentro la fitta ragnatela endogamica della politica della parentela, in quella loro posticcia ostentata pseudo nobiltà postcomunista.

C’è persino ancora uno che una volta su una nave sovietica approdata per scaricare blenda a fini metallurgici davanti a un quadro - santa ignoranza dei sacri volti della Rivoluzione bolscevica - esposto nella sala degli ufficiali scambiò il ritratto di Lenin per quello del comandante della nave.

In questo tempietto della diversità morale crotonese, dove tutti sanno quanto è difficile mettere a tacere la fastidiosa pratica della doppiezza, l’insinuazione che lascia aperti i dubbi e le riserve sulla pelle delle persone, è avvenuta la contrastata e complicata scelta della candidata a sindaco Rosanna Barbieri.

Approdo fragile di una lunga e levantina mediazione su tutti i posti davanti da assegnare nel teatro delle istituzioni democratiche, non solo municipale ma, soprattutto, ormai imminenti, regionali e nazionali, renzianamente riformate dopo lo scempio del primigenio dettato costituzionale.

E sebbene Rosanna Barbieri si vanti giustamente di essere la prima donna candidata a sindaco di una ‘congrega’ politica molto maschilista e ben stagliata, una sorta di loggetta pitagorica di una sedicente sinistra che ha le sue regole non scritte, ben precise e draconiane, in cui si accede per cooptazione e adozione, non è stato facile stabilire, in via definitiva e non provvisoria, i posti a sedere riservati nella prima fila del cinema Apollo, in cui è avvenuto il debutto teatrale dell’aspirante sindaca e dei suoi possibili assessori.

La candidata del Pd è emersa tra gli altri,

battezzata come ‘una di noi’.

Una candidata di ‘scuola’ in tempi di concorsi.


Dopo una lunga ed estenuante guerriglia interna tra i vari capitribù che dominano nelle stanze di un appartamento a pian terreno, comprato sul finire degli anni sessanta, in una fungaia di palazzi che conservano tutto l’aspetto di un’irruenta stagione di speculazione edilizia, poi lasciato in dote all’eredità immobiliare del Pci che risponde al nome della Fondazione Berlinguer, la Barbieri è emersa tra gli altri, finalmente battezzata come ‘una di noi’, una candidata di ‘scuola’ in tempi di concorsi.

Comunque bella, brava e ben impostata ma non ancora completamente conforme a quel concetto particolare di sindaco ideale che ha il suo ‘Partito’, come lo chiamano correntemente solo i parenti stretti.

Una specie di PD senza il PCI rinchiuso nel guscio vuoto di quella Casa di Bambola in via Panella, un quartierino senza generali praticamente sfigurato dall’ultimo inquilino, l’uscente sindaco ex democristiano, ex cislino, ex popolare, ex margherita, ex assessore provinciale sculchiano ai Centri per l’Impiego, noto avvocato penalista dello stesso Sculco, Peppino, Peppino… Vallone, Vallone.

È qui che oggi, come in un vero e proprio psicodramma si specchiano i due volti di questa campagna elettorale degli ex comunisti con breve codazzo di ex popolari, aleggiare l’ombra autorevole del sindaco mancato, l’ambizioso e potente signore dell’avvocatura crotonese, Francesco Verri, corteggiato ed esortato dai vertici democratici regionali e nazionali.

Lo snodo, se non l’ingombro per più di qualcuno nel suo stesso campo politico, tutti lo sanno ma nessuno lo dice, continua a essere proprio questo agile e comunicativo ragazzone, il penultimo dei mancati candidati a sindaco che ha saputo resistere persino alle avances del governatore Mario Oliverio un bel giorno “approdato a Strongoli per parlargli al riparo da occhi e orecchi indiscreti, a sciogliere i dubbi dell’avvocato crotonese; dubbi essenzialmente di natura privata (la famiglia, la professione) che alla fine hanno prevalso, giacché sul piano squisitamente politico ed elettorale Verri ha manifestato piena condivisione con il progetto di rinnovamento che gli era stato prospettato dai vertici locali del Pd prima e dal governatore poi.”

Le ambizioni, la cabina di regia

e i nodi da sciogliere in un Partito

con candidati finiti nelle mire della Procura


Le ambizioni di Verri sarebbero ben chiare e più che mai realisticamente fondate. Perché adesso è solo lui e non altri a puntare secco sulla vittoria della Barbieri, a prendere il comando della nave, a sedere nella cabina di regia, a rimettere in ordine l’equipaggio, cominciando a sciogliere qualche nodo marinaro che stringe tanti candidati indagati dalla Procura della Repubblica perché finiti nell’inchiesta Gettonopoli.

Tutto dopo aver intelligentemente dato prova di essere un lungimirante ammiraglio che ha saputo aspettare il momento opportuno per varare la nave Barbieri alla testa di una flottiglia di liste un po’ meno efficace ed efficiente.

Dopo essersi recato a Roma per declinare il cortese invito a divenire neosindaco, a patto però, pacta sunt servanda, non della solita stretta di mano tra compagnoni, del cordiale aperitivo aleatorio con qualche accordo alla voce, ma d’incidere sul percorso futuro, la sterzata, la virata a babordo come si dice in gergo marittimo, a una federazione primitiva e arcaica (“… contenta? … insomma… so’ tutti antichi…”) di irriducibili ex bersaniani, bandoliani, berlingueriani, dalemiani.

Quasi come se, rieccheggiando Alvaro, la favola della vita lo interessasse più della vita, lo stesso Verri si è autobiografato sulla propria pagina Facebook scrivendo con meditato getto che sul piano pubblico, mi sarei sentito pronto, forte della partecipazione, diretta o indiretta, alla vita politica dal 1992, dell’esperienza della guida del Club Velico Crotone - 200 famiglie al lavoro per aprire a Crotone la via del mare - dal 2012, soprattutto del sostegno, della coesione e della qualità di questo gruppo di teste pensanti. Inoltre, il progetto di autoriforma del PD mi convince del tutto. Sul piano privato, invece non sono pronto: in questo momento non posso lasciare il mio studio professionale, cui ho dedicato, con i miei soci, un enorme sforzo e non posso lasciare a metà il lavoro iniziato con il circolo velico, non senza aver organizzato il futuro. Non sarebbe serio. La modernizzazione della città ha, comunque, in me in noi un interlocutore appassionato e ottimista. Dove ci saranno fatti, cose concrete, giovani cui dare delle chance noi ci saremo.”

Certo la sua è una neofavola di grande suggestione letteraria.

Ma quando tutto questo profilo immaginario si cala nel reale qualche spigolosa contraddittorietà sul piano della compatibilità tra il generale e il particolare, gli interessi pubblici e quelli di parte, nella mera ipotesi di un sempre larvale e incombente conflitto d’interesse, evidentemente la segnala.

Non fosse altro perché il multiforme personaggio è in atto o in passato lo è stato, legale dell’Eni nella causa sull’amianto contro gli operai delle fabbriche dismesse; legale delle varie società dei fratelli Vrenna, capofila nel settore dei rifiuti industriali e civili e in lotta perenne con la Magistratura antimafia che gli vorrebbe sequestrare il Crotone Calcio; legale della Biomasse Italia che controllano la filiera del bosco calabrese e quella della portualità jonica; legale della Misericordia di Isola Capo Rizzuto che ha il monopolio del Cara e della gestione dell’immigrazione; socio del settimanale il Crotonese; già responsabile dello sportello legalità della Confindustria cittadina; Presidente del Club Velico.

Come vorrà Rosanna Barbieri, figura apprezzata e meritoria come certificato dal suo algoritmo della personalità, mettere a regime tale esuberante energia, talento e risorsa di un’ammaccata sinistra crotonese, fare spazio all’homo novus del Pd senza il PCI, alle ambizioni del velista Verri che è già il pilastro della sua squadra, il regista vero della sua campagna elettorale?