Centrale saline: De Gaetano, ora vediamo cosa fa la Regione

Reggio Calabria Attualità

"Purtroppo avevamo ragione di temere che il capitolo fosse tutt'altro che chiuso. I riservatissimi vertici tra tecnici svizzeri della Sei e alcuni sindaci dell'area grecanica ci avevano indotto a denunciare, agli inizi di ottobre, il tentativo di far rientrare dalla finestra il disastroso progetto della centrale a carbone di Saline che una grande mobilitazione popolare aveva fatto uscire dalla porta. Come per magia, alla sponda offerta da alcuni amministratori locali si e' aggiunto in queste ore anche il parere positivo della commissione Via (Valutazione impatto ambientale), per nulla preoccupata, evidentemente, degli altri 7 milioni e mezzo di tonnellate di emissione di Co2 l'anno che l'impianto regalerà all'Italia". E' quanto dichiara in una nota il capogruppo alla regione della Federazione della Sinistra Nino De Gaetano. "L'obiettivo e' chiaro: concludere l'affare ad ogni costo, facendo carta straccia della chiara volontà espressa da Comuni, Provincia di Reggio, Regione Calabria e ministero per i Beni culturali. Non importa se il carbone e' la prima minaccia per il clima del pianeta, non importa se la zona prescelta ha già pagato un costo altissimo in termini di devastazione ambientale ad altri velleitari, insostenibili progetti imprenditoriali. Il piano della Sei non ci sembra migliore: mentre la comunità internazionale decide di andare da tutt'altra parte, imponendo ai singoli Stati la robusta riduzione delle emissioni di Co2 e l'incremento delle energie alternative, infatti, in Calabria cosa vogliono costruire? Una centrale a carbone. Un film già visto. Ricorda la storia del centro siderurgico di Gioia Tauro, promesso in piena crisi del settore, e la storia dell'ex Liquichimica, mai entrata in funzione per la presunta natura cancerogena delle bioproteine che doveva sintetizzare. Le ragioni del nostro "No", insomma, non si sono spostate di un solo centimetro. Ci chiediamo se sia lo stesso per la Regione Calabria. Di fronte a questa pericolosa spinta in avanti del progetto, infatti, diventa fondamentale una parola chiara da parte della giunta Scopelliti. La chiederemo attraverso un'apposita interrogazione al governatore, invitando Scopellitti a dirci se conferma il suo "no" al carbone manifestato nel corso della campagna elettorale, e a spiegarci quali azioni intende mettere in campo per contrastare un progetto devastante per l'intera Calabria. Nel frattempo e' necessario ed urgente serrare le fila: associazioni ambientaliste, cittadini, sindaci, amministratori provinciali. Alle loro manovre dobbiamo rispondere con una mobilitazione immediata e generale. La Federazione della sinistra sarà in campo come sempre, perché siamo convinti che il futuro della Calabria non e' fatto di impianti a carbone e termovalorizzatori, ma di valorizzazione delle bellezze naturalistiche e dei tesori culturali. E' in questa prospettiva che anche l'area di Saline Joniche va rilanciata con un grande progetto di sviluppo turistico che parta proprio dalla bonifica e riqualificazione del sito dell'ex Liquichimica".