Vicenda acqua potabile a Lamezia, Speranza espone la sua versione

Catanzaro Politica

"Nel 2006 l’amministrazione comunale da me diretta ha ricevuto la richiesta da parte della Regione Calabria di pagare 17 milioni e 800 mila euro per il consumo di acqua potabile riferito alle amministrazioni e gestioni commissariali precedenti la mia elezione a sindaco, che come si sa è avvenuta ad aprile 2005; erano dunque debiti del periodo 1989-2004".

Questo quanto dichiara il sindaco Gianni Speranza sulla vicenda relativa al consumo di acqua potabile del Comune di Lamezia. "Senza prendercela con chi ci aveva preceduto - continua la nota - con la giunta deliberammo nel 2006 la rateizzazione del debito con l’obbligo per la banca tesoriera del Comune di versare alla Regione ogni anno una rata di 1 milione e 700 mila euro per dieci anni. La Banca tesoriera del Comune ha versato le prime due rate annuali, pari a tre milioni e mezzo di euro, ma non le successive. Negli stessi anni, intanto, il Comune da me guidato si preoccupava di onorare le ultime tre rate dei pagamenti deliberati dalla giunta Lo Moro per il periodo ’94-’97 - che ammontavano a quasi sei miliardi delle vecchie lire - e di pagare regolarmente le bollette del consumo di acqua dal 2005 al 2015".

"Primo punto: nei miei 10 anni di amministrazione - aggiunge il primo cittadino - ci siamo fatti carico di pagare sei milioni e mezzo di euro per gli anni precedenti senza battere ciglio né inveire su chi ci aveva preceduto alla guida della città, nonché di pagare regolarmente tutta l'acqua consumata anno per anno. L'amministrazione attuale, dunque, non ha nessun debito relativo all’acqua consumata dal 2005 al 2015. Invece si sta alimentando una campagna di mistificazione della realtà, di ricostruzioni senza base, spesso in una gara a chi la spara più grossa tra il Sindaco, gli assessori dimissionari e non, alcuni consiglieri comunali, alcuni organi di stampa, i social, campagna nella quale si sono dette cose destituite di fondamento: si è detto che il debito era improvvisamente sparito dai bilanci 2008-2009, si è parlato di bilanci truccati o addirittura di responsabilità contabili e penali della giunta da me presieduta. Soprattutto si vuole far credere che abbiamo utilizzato diversamente i soldi pagati dai cittadini per il consumo di acqua. Falsità e rovesciamento della verità. Un polverone. Forse per nascondere le colpe di chi quel debito lo ha accumulato. Uno dei tanti esempi: il consigliere Ruberto, che si dichiara allibito e parla di bilancio truccato, era assessore proprio al bilancio nei primi anni 2000. Fate bene attenzione, si tratta degli anni relativi al debito contestato dalla regione. Senza parlare poi degli altri debiti fuori bilancio collegati al periodo in cui Ruberto era assessore, come la cifra spaventosamente alta pagata ai professionisti inseriti in quegli anni al Comune per l’accertamento dei tributi".

"Il secondo punto - continua Speranza - è che c’è una situazione generale che riguarda tutti i Comuni calabresi. Le grandi città devono versare alla Regione queste cifre: il Comune di Cosenza, che è più piccolo di Lamezia, 19 milioni e 500 mila euro; il Comune di Catanzaro 22milioni e 300 mila euro; Reggio Calabria addirittura 80milioni di euro. Se si vuole fare l’interesse della città, si deve lavorare perché Lamezia sia trattata allo stesso modo delle grandi città calabresi, con tutte le possibili agevolazioni. Questa è la verità dei fatti: la mia amministrazione si è fatta carico di pagare non solo l’acqua consumata regolarmente, ma anche parte dei debiti accumulati dalle amministrazioni (anche commissariali) che mi avevano preceduto e non c’è stato nessun atto politico o di giunta volto a cancellare il debito pregresso sull’acqua. E’ evidente che sono io a il primo a volere che si stabilisca con certezza cosa è avvenuto sul piano tecnico. Ho cercato di ricostruire i fatti da privato cittadino, senza avere a disposizione carte e documenti, e senza alimentare il clima di bugie e di denigrazione".

"Posso affermare ancora due cose. Primo. Il riaccertamento - continua - non è avvenuto mentre era aperta la discussione con la Corte dei Conti. Quasi sicuramente l’accertamento straordinario dei residui attivi e passivi, dei debiti e dei crediti, è avvenuto a maggio 2013, in una situazione tranquilla e non alla vigilia della sentenza della Corte dei Conti. Secondo. Non è sparito un debito, come si è detto. Non si è occultato un "bollettone", come si vuole far capire, ma sono stati eliminati debiti e crediti come gli uffici di ragioneria fanno auotonomamente. Anzi certamente più crediti che debiti e il tutto è avvenuto sulla base di pareri e procedure previsti dalla legge. Se usassi lo stesso metro utilizzato dal Sindaco verso di noi, dovrei dire che Mascaro era a conoscenza di questa vicenda e non ne ha tenuto conto in fase di predisposizione del piano di riequilibrio: la comunicazione inviata via Pec dalla Regione, infatti, risale a settembre 2015 ed il piano è st ato elaborato a novembre".

Speranza, infine, si augura che la situazione venga chiarita presto e con serietà. "Io - dice - ho riportato dati e fatti. Naturalmente se dovesse continuare un'azione diffamante e mistificatoria, sarò costretto a tutelare la mia dignità nei modi previsti dalla legge".