LETTERE | Non basta far cadere il piano di rientro sanitario

Catanzaro Salute

Riceviamo e pubblichiamo.

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Il consiglio regionale della Calabria ha chiesto il ritiro da parte del governo del piano di rientro sanitario. Problemi risolti. Niente affatto perché i veri problemi della sanità calabrese sono che: 1) La Calabria ha oltre duecentomila malati cronici in più della media italiana (nei quasi due milioni di calabresi ci sono oltre duecentomila malati cronici in più che in altri due milioni di italiani qualsiasi), per come certificato dal decreto 103 del 30 settembre 2015 del commissario Scura e del responsabile del Dipartimento Salute della regione Calabria dott. Fatarella, dal documento “Salute Calabria” della Conferenza Stato-Regioni e dal “Decimo Rapporto Sanita’” delle commissioni sanità di Camera e Senato dell’ottobre 2014; 2) La Calabria a fronte della maggiore numerosità delle malattie riceve meno finanziamenti per la sanità a causa del meccanismo di riparto basato sul calcolo della popolazione pesata e dei costi standard, 3) Questo meccanismo di riparto dei fondi sanitari penalizzante per la Calabria dura dal 1999, 4) La Calabria è la terzultima regione italiana per spesa pubblica e privata procapite, 5) I calabresi con più malattie croniche fanno molti meno esami e visite specialistiche della media del resto d’Italia per cui le loro malattie peggiorano si complicano e devono essere curate nei centri di eccellenza fuori regione e causano una spesa annua per la Calabria di circa 300 milioni di euro che peggiora gravemente la spesa sanitaria calabrese .

Quindi, la Regione Calabria a fronte di maggiore numerosità di malattie croniche, riceve meno fondi per la sanità, spende procapite meno delle altre regioni italiane, i calabresi fanno meno prevenzione, esami e visite specialistiche e paradossalmente è soggiogata da sette anni al piano di rientro sanitario imposto dal governo.

Il piano di rientro è ingiusto perché imposto da un puro e semplice calcolo economico che non tiene conto della maggiore numerosità delle malattie dei calabresi ed è anche dannoso perché imponendo ulteriori sacrifici sui già insufficienti finanziamenti in sanità fa peggiorare la salute dei malati calabresi e deprime l’intera economia della Calabria con l’aumento delle tasse e delle accise.

Cosa fare allora per risolvere i problemi della sanità calabrese? A) ottenere il ritiro dell’ingiusto e dannoso piano di rientro, B) ma ancor di più ottenere che i fondi sanitari alle regioni avvengano in base alla numerosità delle malattie e non con il puro calcolo economico della popolazione pesata.

Infatti se continuerà il sottofinanziamento alla sanità della regione Calabria che dal 1999 ad oggi ci ha già sottratto quasi due miliardi di euro i fondi non basteranno per curare i molti malati e saremo punto e daccapo e ci verrà imposto un nuovo piano di rientro. Ed è per questo motivo che dopo sette anni di piano di rientro l’ultimo rilevamento ha visto peggiorare l’applicazione dei Lea (Livelli Essenziali Di Assistenza) ed è per questo che la Calabria deve vincere la battaglia per la giusta ripartizione dei fondi sanitari.

Chi ha più malati deve ricevere più fondi e non di meno. Purtroppo dagli interventi del consiglio regionale non sembra evidenziarsi la conoscenza e la consapevolezza del vero problema della sanita’ calabrese oppure manca il coraggio per le battaglie vere.

Giacinto Nanci. Medico di famiglia a Catanzaro, medico di serie B per pazienti di serie B a causa del piano di rientro


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