Vigilanza WWF: senza Polizia Provinciale è allarme bracconaggio in Calabria

Calabria Attualità

Dopo la nota stampa della Delegata regionale del WWF, Beatrice Barillaro, che era intervenuta qualche mese fa sulla questione Polizia Provinciale in Calabria, lanciando un appello alla Regione affinché intervenisse a tutela di importanti e indispensabili professionalità, si registra un nuovo intervento di Saverio Feudale, Coordinatore di Gruppo per la Regione Calabria delle Guardie W.W.F. Italia, braccio operativo della più grande associazione ambientalista del Paese, in materia di lotta al bracconaggio e al degrado ambientale.

Per la Vigilanza WWF calabrese, i presìdi della Polizia Provinciali sono assolutamente indispensabili per la vigilanza ambientale e ittico-venatoria nel nostro Paese e in Calabria in particolare. Nel mese di giugno scorso, 15 tra le maggiori associazioni ambientali (Accademia Kronos, Ambiente e Lavoro, AIIG, CAI, CTS, Federazione Pro Natura, FIAB, Greenpeace Italia, LAC, Legambiente, LIPU, Marevivo, Sigea, Touring Club Italiano, WWF Italia) avevano lanciato un appello al Governo nazionale, affinché salvaguardasse la professionalità e lo storico ruolo della Polizia Provinciale.

In seguito, lo stesso WWF, assieme a LIPU, Animalisti italiani, Cabs Italia, Enpa, Lac e Lav, si era rivolto alla Commissione Europea, denunciando lo smantellamento in atto nel nostro Paese, in materia di vigilanza ambientale e venatoria, soprattutto a causa delle riforme in atto sul Corpo Forestale dello Stato e sulla Polizia Provinciale.

Pochissimi mesi fa, solo per fare un esempio, la Commissione Europea ha avviato una pre-procedura d’infrazione (EU PILOT 6955/14/ENVI), con cui evidenziava diverse criticità rispetto alla gestione della caccia in Italia, tra le quali proprio il tema della vigilanza venatoria, chiedendo nello specifico di ottenere informazioni sul numero dei controlli, la loro frequenza, i risultati ottenuti e le relative sanzioni.

Il timore paventato dalla Commissione Europea, era cioè quello di una condizione insufficiente di vigilanza, tale da non garantire l’effettiva tutela della biodiversità e la corretta applicazione del diritto comunitario, un timore che purtroppo oggi si sta tristemente avverando, visto lo smantellamento in atto degli unici e dedicati presidi di polizia ambientale presenti in Italia.

Il Coordinamento Calabrese della Vigilanza W.W.F. Italia, alla luce di quanto noto, lancia un nuovo accorato appello alla Regione Calabria, ricordando come già altre regioni siano intervenute con legge regionale o stipulando un’apposita convenzione, riassegnando di fatto alle strutture della polizia provinciale, lo storico ruolo di vigilanza ittica e venatoria, oggi in Calabria completamente assente.

“La situazione in una delle prime regioni per bracconaggio dell’Italia – spiegano dal Coordinamento - è la seguente: solo le Polizie Provinciali di Cosenza e Reggio Calabria si sono salvate da una strana, anomala e incomprensibile riforma, ma non si occupano più di bracconaggio, mentre Vibo Valentia e Catanzaro, vedono il prossimo e imminente totale smantellamento in quanto tutto il personale è sul portale nazionale della mobilità, destinato a transitare in altri ruoli, oltre che vi sarebbero anche problemi inerenti alla possibile ricollocazione. A Crotone, del corpo non vi è traccia, per cui la Provincia è completamente sguarnita di presidio antibracconaggio”.

Al danno - proseguono dal Wwf - si aggiungerebbe la beffa, considerato che i poliziotti provinciali in Calabria erano già pochissimi rispetto al dilagante bracconaggio e allo strapotere delle ecomafie, in una regione tristemente collocata sempre ai primissimi posti per reati in materia venatoria e ambientale. Risulta chiaramente, visti anche i comunicati stampa e le note diffuse in materia, che istituzionalmente, il servizio di vigilanza ittico e venatoria non sia più esercitato su tutto il territorio regionale, quando le polizie provinciali, dati alla mano, erano i primi presidi antibracconaggio: davvero assurdo!

Per la Vigilanza del WWF non c’è più tempo da perdere, “c’è un serio rischio che la Calabria resti al palo, mentre molte altre regioni si sono già adeguate, l’ultima in ordine di tempo le Marche, che ha approvato la legge regionale che salva tutti i poliziotti provinciali marchigiani, riassegnando alle polizie provinciali delle Marche, la funzione di vigilanza sulla caccia e la pesca oltre addirittura ad altre materie come il turismo, il commercio, ambiente e strade, trasferendo le necessarie risorse alle province, per far continuare a funzionare questi importantissimi presidi a tutela del nostro già fragile e violentato territorio”.

“La prossima stagione venatoria – affermano - rischia di essere un vero disastro, con un dilagante bracconaggio che in ogni parte della regione farà danni incalcolabili, un salto indietro di almeno 30-40 anni.La fauna e l’ambiente non si tutelano solo con leggi che rischiano di restare scritte su un pezzo di carta, ma con uomini, mezzi e presidi dedicati che professionalmente conoscono il territorio e le dinamiche che su questo insistono; possibile che in Calabria, nonostante le tante decine di solleciti, lettere e appelli, da parte di varie associazioni ambientaliste, oltre alle mozioni e interrogazioni di vari consiglieri regionali, non si muova nulla in tal senso? In questa regione – si chiedono infine - l’ambiente, interessa davvero a qualcuno?”