Agenti per l’emersione chiedono soluzione vertenza

Calabria Attualità

Gli Agenti per l’emersione della Calabria si dicono: “determinati ed indignati”, perchè “dal 2013, attendono di conoscere il loro destino e l’evoluzione del Progetto “Lavori regolari”, promosso dalla Regione e finanziato con 14 milioni di euro di fondi pubblici. Le lettere aperte al presidente Oliverio, i ripetuti incontri con funzionari, dirigenti ed amministratori, la manifestazione dinanzi a Palazzo Campanella dello scorso 28 luglio hanno dato una scossa”.

“Nel 2015, l’impegno di un’avanguardia di agenti ha spinto la Regione a trovare copertura finanziaria, dotando il progetto di 4 milioni di fondi P.A.C. L’assessore regionale al lavoro, Federica Roccisano ha incontrato più volte le delegazioni degli agenti, rassicurandole sull’immediata ed efficace risoluzione della vertenza. Ciò nonostante, il cronoprogramma è stato disatteso: l’iter ha subito un’impasse ed i professionisti restano sospesi in un insopportabile limbo. La vicenda rappresenta un paradosso: quasi 200 eccellenze furono selezionate dalla Regione, attraverso un bando del 2011; dopo un anno di formazione/attività sul campo, avrebbero dovuto ottenere l’inserimento lavorativo a tempo indeterminato o accedere al microcredito per l’autoimpiego”.

Nulla di tutto ciò si è realizzato. Ad oggi, i 180 idonei attendono persino il saldo delle spettanze pregresse (5.200 euro cadauno), imputabili al periodo di formazione. La maggior parte di loro ha più di trent’anni: nella legittima aspettativa di una collocazione, ha visto sfumare opportunità irripetibili. Per alcuni di loro, prossimi ai quaranta, risulta difficile, se non impossibile, la riconversione professionale o la scelta di un destino e di una via diversa”.

“Il 2016 è quasi al giro di boa e nessun indirizzo ufficiale è ancora pervenuto dal Dipartimento Lavoro della Regione Calabria”. Gli Agenti lamentano, “oltre ai ritardi, la mancanza di trasparenza e d’informazione: da quasi due anni, nessuna comunicazione sul progetto è giunta al loro indirizzo, alimentando il malessere e l’incognita sul futuro. Futuro che, in assenza di proposte o in caso di offerte inadeguate da parte dell’Ente, risulterebbe ipotecato”.

“La soluzione – spiegano gli Agenti – potrebbe venire dall’adozione di integrazioni o correttivi rispetto al bando, oltre che dalla riprogrammazione a lungo termine. Ipotesi che gli agenti hanno avanzato, insieme ad una petizione e che l’istituzione deve valutare, considerata la sperimentalità del Progetto e le possibili ricadute positive, in termini occupazionali. Si garantirebbe, infatti, agli Agenti un’utile collocazione nel tessuto amministrativo o economico della regione; contestualmente, si offrirebbe alle istituzioni un bacino di professionalità a cui attingere”.