Da Valentino (Cgil) appello a Congiusta e Bentivoglio

Catanzaro Attualità

"Ho letto con molta sofferenza la "provocazione" di Mario Congiusta dopo l'ennesimo atto criminale ai danni di Tiberio Bentivoglio.

Ha ragione Mario Congiusta, certo, lo Stato ha perso e ci ha traditi!". E' quanto scrive Giuseppe Valentino - Segretario Generale CGIL Catanzaro.

"Lo fa ogni giorno - continua la nota - quando il crimine, gli abusi, lo strapotere prevalgono sullo stato di diritto e sulla nostra democrazia. Il sudore della fronte, la fatica quotidiana e onesta dei suoi cittadini, la responsabilità civile, il lavoro: questi dovrebbero essere i pilastri da tutelare e rispettare.

Invece, lo sappiamo bene, lo sapete voi meglio di me - ed i tanti che hanno avuto il coraggio di ribellarsi - che non è così; che la normalità è l'eccezione.

Ho ascoltato Tiberio Bentivoglio in diverse occasioni. È una di quelle persone che ti scuote dentro quando racconta della sua vicenda, della sua rabbia, del suo dolore.

Una rabbia di cui abbiamo bisogno, perchè è un vento che ci spinge ad andare avanti.

Non puoi andare via dalla nostra terra, Tiberio e neanche tu Mario; se ciò accadesse dovremmo essere noi ad impedirvelo con la forza, altro che la 'ndrangheta!

Voi non siete soli perchè la politica o le Istituzioni si son già dimenticati di voi stamattina come in tanti altri giorni passati... non sarete mai soli fino a quando resterete in Calabria.

Ci sono tanti, che guardano alle vostre storie con ammirazione, al vostro dolore con rispetto, alla vostra rabbia come una speranza di riscatto. Per questo non potete farci questo oltraggio, per questo non potete lasciarci soli a combattere, abbiamo bisogno di stare insieme in questa battaglia di ribellione e riscatto. Soprattutto siamo noi che abbiamo necessità di non sentirci orfani, perchè questo saremo senza di voi.

E tu Mario, per quanto possa pensarlo, non strapperai via tuo figlio Gianluca dalla nostra Terra. Abbiamo bisogno di non dimenticare, di avere un luogo fisico dove alimentare la memoria, una tappa dove i pellegrini della legalità e della giustizia possano ritemprarsi.

Magari non oggi, ma chi lo sa, in futuro ci saranno altri che grazie alle vostre storie costruiranno qualcosa di buono.

Intanto continiamo a stringere i pugni e non smettiamo di lottare, è nostro dovere farlo per noi stessi e per la nostra Terra, per chi verrà dopo e ci giudicherà: "se non lo facciamo noi, chi deve farlo" - diceva Peppe Valarioti. Peppe, un altro uomo giusto, dimenticato e tradito dalla sua Terra... ma che ancora non sono riusciti a cacciare.

Non ci riusciranno neanche con voi".