Lavoro: la Cgil propone la Carta universale dei diritti

Cosenza Attualità

“La Carta universale dei diritti elaborata dalla Cgil ha l’obiettivo di rappresentare un nuovo e moderno Statuto delle lavoratrici e dei lavoratori, che concili le grandi conquiste del passato con il nuovo mondo del lavoro, includendo chi finora è stato escluso da ogni forma di tutela”. Con una articolata e puntuale relazione, Umberto Calabrone, segretario della Camera del Lavoro di Cosenza, ha introdotto l’iniziativa organizzata proprio per presentare la nuova Carta universale dei diritti.

Prima di entrare nel merito del dibattito, è stato osservato un minuto di silenzio per il Giorno della memoria. “Credo che la difesa dei diritti, della democrazia, sia il modo migliore per celebrare questa giornata” ha detto Brunella Solbaro, componente della segreteria della Camera del lavoro di Cosenza.

Il microfono è passato quindi a Calabrone che ha fatto una carrellata dei provvedimenti legislativi che, a partire dalla legge Treu, “hanno portato al progressivo allineamento verso il basso dei diritti”. Per invertire la tendenza, “la Cgil in un momento storico non facile ha avviato una campagna di consultazione straordinaria fra gli iscritti, che sfocerà in una raccolta di firme per la presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare che porti alla definizione di questo nuovo Statuto delle lavoratrici e dei lavoratori”.

Calabrone ha illustrato i contenuti della proposta elaborata dalla Cgil: “La Carta parte dal riconoscimento dell’universalità dei diritti fondamentali a tutti i lavoratori, indipendentemente dal tipo di contratto, garantendo il riconoscimento universale della malattia, della maternità, dell’infortunio, del diritto a un equo compenso. Viene introdotto il diritto, oggi smarrito, a una pensione dignitosa, superando la legge Fornero, viene ribadito i diritto universale alla contrattazione, viene rafforzata la libertà d’espressione. Si disciplinano con chiarezza le varie tipologie di lavoro: da quello subordinato, che per noi rimane il punto di riferimento, agli autonomi, alle collaborazione, all’apprendistato. Il lavoro a tempo determinato viene inserito in contesti aziendali ben precisi, senza che la scadenza del contratto possa diventare leva si sfruttamento”. “Nel Mezzogiorno e in Calabria – ha aggiunto Calabrone - la definizione di un nuovo Statuto dei lavoratori può consentire l’uscita dalle secche della marginalità lavorativa e della precarietà in cui questa regione ormai vive tra anni. Penso alla precarietà nelle pubbliche amministrazioni, all’uso senza regole dei vaucher, agli Lsu-Lpu, oggi contrattualizzati dopo una vita senza diritti, ai precari della sanità, ai lavoratori degli appalti, alle migliaia di lavoratrici e lavoratori agricoli sfruttati, alle partite Iva, ai 250 lavoratori delle Terme Luigiane. Potrei aggiungere tantissimi altri esempi che ci supportano nella convinzione che la Carta dei diritti universali deve essere il nostro obiettivo per dare una risposta concreta ed efficace. In Calabria, più che in altre parti d’Italia, c’è la necessità di affermare con forza i diritti dei lavoratori, perché viviamo in una regione dove l’illegalità e l’ambiguità delle normative attuali costituiscono il punto di riferimento di chi vuole sfruttare a proprio piacimento i lavoratori”.

Alla relazione di Calabrone è seguito un appassionante confronto, arricchito dalla testimonianze di alcuni lavoratori e dagli interventi di Giancarlo Grandinetti, legale della Cgil di Cosenza, di Emilio Sirianni, presidente della sezione lavoro della Corte d’appello di Catanzaro, di Michele Gravano, segretario regionale della Cgil. “Vogliamo stare tra gli immigrati, tra i precari, tra i lavoratori in mobilità – ha evidenziato Gravano -. Il nostro è un obiettivo alto, nobile, abbiamo l’ambizione di ricostruire tutele e diritti”.

L’incontro è stato concluso da Serena Sorrentino, componente della segreteria nazionale della Cgil. “La Carta proposta dalla Cgil è un’idea semplice ma forte messa in campo per recuperare vent’anni di deregolamentazione e di sacrificio dei diritti dei lavoratori – ha detto -. Un’idea che attua i principi della Costituzione e che guarda molto al Mezzogiorno. Il Sud ha pagato il prezzo più alto della crisi, noi siamo convinti che partendo dai diritti dei lavoratori si può costruire uno sviluppo diverso”.