Comitato Possibile Crotone sul Piano regolatore del porto

Crotone Politica

"Come dire: se non sei appassionato di calcio, tanto vale che lo diventi. Perché alle nostre latitudini se vuoi recuperare qualche buona notizia e una scorta di speranza, solo la prima posizione in classifica del Crotone in serie B può garantirtela". E' quanto scrive per il Comitato “Possibile” di Crotone, Filly Pollinzi.

"Il resto - continua la nota - è un bollettino di guerra, l’apoteosi dell’inconcludenza che pare scivolare negli ambienti politici, sempre più lontani dalla realtà e, quel che è peggiore, dalle esigenze primarie dei cittadini. Tutti impegnati nel noioso esercizio dialettico di alleanze o bracci di ferro, falsi proclami e improvvidi richiami a responsabilità sempre altrui.

Frattanto, nella desolazione del territorio e nella deflagrazione di questioni rimandate negli anni, è sempre l’inquinamento ambientale a primeggiare. Quasi come se il risanamento dei nostri luoghi non fosse il pre-requisito di ogni ipotetica idea di sviluppo.

E il Piano Regolatore Portuale è soltanto l’ultimo tra gli esempi di “programmazione” in cui l’amministrazione e quindi la politica che ci governa, si cimentano nel ballo delle tre scimmiette.

Dopo anni di attesa e opportunità mancate, quel Piano, così come si presenta, mal interpreta la sua funzione principale: la pianificazione del futuro non solo portuale ma di tutta la città.

Rinunziare, in sostanza, alla bonifica vera e propria del porto industriale (inserito nell’area s.i.n.), non solo determina la predisposizione di un piano in contrasto con le norme ambientali vigenti, ma pone addirittura il PRP in contrasto con il PRG, che invece prevede la bonifica preventiva delle aree che si volessero utilizzare. Rinunziare alla bonifica completa del sito, vuol dire altresì mantenere quelle sacche di inquinamento da metalli pesanti che inevitabilmente si ripercuotono sulla salute e quindi sulla vita della popolazione. Senza che domani alcuno degli attori che andrà a varare quel Piano potrà dichiararsi esente da tali gravissime responsabilità.

A ciò (qualora non fosse abbastanza), si aggiunga il sottoutilizzo dell’area Spiaggia delle Forche a cui, appunto, viene preclusa la sua naturale espansione e predisposizione giacché quel dragaggio a 4,5 metri, così determinato a causa dall’inquinamento sottostante, impedisce di fatto il suo uso alle navi da crociera. Ragion per cui, il PRP predilige, per consentirne l’attracco, la costruzione di due nuove banchine d’ingresso, una delle quali particolarmente criticata dagli operatori portuali.

Appare evidente che, anche in questa occasione, la politica ha abdicato al suo ruolo: farsi interprete degli interessi dei cittadini. Non solo di quelli che il porto lo vivono per lavoro o su di esso auspicano di realizzare le proprie ambizioni, ma di tutti i residenti, considerate le notevoli questioni ambientali che riguardano quell’area.

E’ probabile che qualcuno in città non si sia ancora accorto della stretta relazione tra inquinamento e malattie tumorali. Oppure, è solo l’ennesima dimostrazione che certe tematiche i nostri amministratori preferiscono rinviarle piuttosto che affrontarle con la dovuta urgenza e serietà.

I motivi li disconosciamo. Come disconosciamo le ragioni che ci impediscono di apprendere gli approfondimenti sul fenomeno della subsidenza che grava le nostre coste. La predisposizione dello studio relativo era prevista nella convenzione che l’ente locale stipulò con Eni nel 2008, eppure ad oggi dobbiamo affermare che di esso si son perse le tracce. Come, d’altronde, tutto quello che in quel “patto” era stato convenuto e sul quale contiamo presto sarà dato conto alla comunità crotonese.

Al consiglio comunale di Crotone, ormai alle battute finali, la consegna di tener conto nella discussione e approvazione del PRP delle perplessità e dei suggerimenti degli operatori portuali e marittimi e delle associazioni di categoria, ispirandosi ai valori del buon senso e della tutela della cittadinanza. Senza che questo diventi terreno per dimostrare a ogni costo l’attivismo che è mancato in questo lungo periodo amministrativo. Il PRP è un documento strategico che, tuttavia, non può divenire la tomba di questioni preliminari di grande rilevanza generale".