Salute: MVS in Piano di rientro, Scura schiaccia gli allevatori

Calabria Salute

"Se da un lato il Presidente Oliverio, nell’incontro con il Ministro Lorenzin ha ottenuto una rivisitazione del Piano di rientro dai disavanzi del SSR calabrese, dall’altro, proprio per un decreto del commissario ad acta, tremano gli allevatori di suini calabresi. Ci riferiamo al decreto n. 139 del 22 dicembre scorso che riguarda il piano straordinario per l’acquisizione della qualifica di regione accreditata per la malattia vescicolare dei suini.

La Mvs è una malattia infettiva contagiosa del suino appunto, malattia sottodiagnosticata nell’Europa continentale in quanto nella UE pare non siano obbligatori i piani di sorveglianza attiva, malattia di elevata morbilità e non mortalità e non dannosa per l’uomo. Per quest’ultimo può, sì, avvenire il contagio ma determina solo una sindrome febbrile accompagnata da cefalea.

Cosa c’entra tutto questo col decreto del Commissario ad acta? Il decreto evidenzia la necessità di mettere in campo misure più restrittive circa i controlli sulle movimentazioni degli animali e la gestione degli allevamenti, e questo è senz’altro giusto ma c’è un altro lato della medaglia che metterebbe in ginocchio gli allevatori.

Infatti questo stesso decreto dispone la macellazione di tutti i capi presenti in allevamento in caso si verifichi la presenza di un solo capo ritenuto sieropositivo. Ricordiamo però che la sieropositività può essere determinata anche da una malattia pregressa e quindi superata e non necessariamente da una in atto.

Quindi il Sindaco su proposta del servizio veterinario competente, ne può disporre, una volta verificata anche la sola sieropositività, la macellazione entro 72 ore e senza alcun indennizzo per l’allevatore."

“Se per la gestione commissariale della sanità calabrese – dicono gli allevatori – tutto questo rappresenta un risparmio, per noi potrebbe essere una catastrofe. Oltre alla perdita stessa degli animali, c’è la macellazione che comporta delle misure complicate quanto drammatiche; oltre all’abbattimento sono necessari infatti lo smaltimento delle carcasse mediante trattamenti specifici e la conseguente disinfezione del sito. Dunque delle perdite pesanti per le nostre aziende che si troverebbero davanti ad una crisi gravissima se non alla chiusura”

Sulla questione è intervenuto il consigliere regionale Giuseppe Giudiceandrea: “Sono giusti i controlli- ha detto- Giudiceandrea- ma prima di arrivare ad abbattere un capo bisognerebbe non fermarsi al primo step della sieropositività ma fare delle diagnosi più approfondite; cioè tutte le diagnosi di laboratorio necessarie e aspettare conferma dal Cerves, centro di referenza nazionale delle malattie vescicolari.

Questa situazione– ha detto– comporta altri rischi anche per quanto riguarda i salumi dop di Calabria. I salumifici che comprano carne suina fuori regione, poiché non hanno questo tipo di restrizione, la lavorano in Calabria e possono esportarla, cosa che invece non può avvenire per i veri salumi prodotti e lavorati nella nostra regione.

Non sappiamo se il Ministero alla Salute e il Cerves stesso siano a conoscenza di questa azione restrittiva e, forse, esagerata del commissario – conclude Giudiceandrea – ma faremo di tutto affinchè questo decreto venga subito rivisto perché, se così non fosse, si rischierebbe di mettere in ginocchio la nostra economia, schiacciare completamente il comparto e penalizzare oltremodo la nostra regione.”