Fondazione Field: la richiesta di audizione di Muzzì dopo le affermazioni di Guccione

Catanzaro Attualità

“L’azione della Fondazione Field in questi anni è stata trasparente, foriera di risultati e soprattutto senza sprechi”. Ascoltati dalla Commissione regionale di vigilanza, presieduta dall’on. Giulio Serra, i vertici dell’ente in house della regione rispondono punto su punto ai rilievi mossi mesi addietro dall’on. Carlo Guccione in ordine al ruolo ed alla funzione degli enti subregionali, i quali, secondo il consigliere regionale, “non sempre hanno brillato per trasparenza e produttività. All’indomani di queste affermazioni era stato lo stesso presidente, Mario Muzzì ad avanzare richiesta di audizione per evidenziare all’organo di vigilanza del Consiglio regionale la linearità dell’azione di Field e la correttezza amministrativa. Con una lunga “memoria”, indirizzata alla Commissione e per conoscenza ai Capigruppo di palazzo Campanella, il legale rappresentante spiega che “da quando è stata costituita, Field sconta l’equivoco della sua origine, risalente alla legge 448/98 che istituiva il Comitato Nazionale per l’emersione del lavoro non regolare ed alla quale rimanda il progetto FIELD/PEC che in Calabria ha dato vita alla Fondazione. La questione “dell’emersione del lavoro non regolare” era - come suole dire il prof. Luca Meldolesi – il ‘cavallo di Troia’ per veicolare presso il governo dell’epoca nuove prassi e l’introduzione di politiche sperimentali di sviluppo locale e a favore della micro impresa”. Quindi, “l’accezione del termine “emersione”, presente nell’acronimo F.I.E.L.D (Formazione, Innovazione, Emersione, Locale, Disegno del territorio), è quella letterale di “venir fuori”, fare “affiorare” potenzialità economiche inespresse, realtà imprenditoriali sopraffatte da difficoltà, di risorse umane, se debitamente sostenute e accompagnate”. In sintesi, ha rilevato Muzzì “non è e non è mai stato il lavoro, ancorché sommerso, il core business di Field, sebbene alcune attività sviluppate come ad esempio il “Fondo di garanzia Emersione Calabria” e l’Accompagnamento dei Bandi Occupazione e Autoimpiego, abbiano avuto l’effetto di favorire occupazione regolare”. La seconda annotazione fornisce un dato quantitativo che nel quadro di “un’azione istituzionale improntata alla lotta agli sprechi, alla razionalizzazione e all’efficienza del sistema regionale, è da ritenersi”, secondo Field “un indicatore significativo, di rilevanza qualitativa, il rapporto costi-benefici e l’annosa problematica della produzione/documentazione della spesa dei fondi comunitari. Trascurando in questa sede di fornire ogni altro elemento circa i contenuti dell’attività svolta, a titolo esemplificativo, nel periodo agosto 2008- giugno 2010, a fronte di un costo per la Regione Calabria (previsto fino ad ottobre) di € 1.800.000,00, FIELD ha consentito al Dipartimento Lavoro di produrre/documentare spesa per € 84.000.000,00 ed un incremento occupazionale di oltre 5.300 unità; nel periodo novembre 2009 - giugno 2010, per conto del Dipartimento Attività Produttive Field, ha, fra l’altro, caricato e riallineato spesa (POR 2000-2006) rendicontando per € 56.000.000,00, a fronte di un costo per la Regione di € 320.000,00”. Nella “memoria” si sottolinea anche “la snellezza e l’efficacia del sistema amministrativo della Fondazione, ove si pensi – si legge - che in un contesto regionale, e non solo, caratterizzato da ritardi nei pagamenti, con una media nazionale che supera i 120 giorni e conseguenze spesso drammatiche per le ditte fornitrici di servizi o irrispettosi della dignità dei lavoratori e forieri di vertenze e contenziosi, Field notoriamente procede con tempestività alla liquidazione delle spettanze di fornitori e collaboratori, grazie ad una gestione finanziaria oculata”, seppure in presenza dei “tempi tecnici” dell’ente regionale”. Il presidente Muzzì ribatte anche sulla “questione clientelare”, sollevata allora dall’on. Guccione, rammentando che “fin dal 2004, mutuandolo dal partner americano “Jacocca Institute”, Field ha introdotto nelle sue attività, il concetto di “customization”, da customer, “cliente”. Estranea al significato deteriore di “clientela”, la customization è l’orientamento al servizio, all’aiuto, al supporto all’utente della Fondazione - cittadino, imprenditore o ente che sia - inteso quale cliente meritevole prioritariamente di ascolto e di essere assecondato nel soddisfacimento delle sue istanze, nello specifico di crescita e di sviluppo. La stessa vicenda delle collaborazioni, tenuto conto che Field non è dotata di pianta organica, si ispira al concetto secondo cui il sistema delle raccomandazioni, verbalmente tanto vituperate, diventa di fatto un sistema complessivo di segnalazioni e di opportunità che il “campo” si preoccuperà di far diventare più o meno durature, non tanto in base alla qualità della segnalazione quanto sulla scorta dei risultati prodotti”. Infine l’ennesima precisazione circa la genesi e l’implementazione del progetto/esperienza Field che sono state estranee agli abituali percorsi della progettazione finalizzata all’impiego di risorse finanziarie, solitamente opera di consulenti incaricati. Nel caso di Field, si è trattato di un’azione il cui agente (il ristretto gruppo di lavoro iniziale) è stato direttamente protagonista e responsabile della messa a punto e dell’avvio di Field. Non ascrivibile al semplice “incarico”, la nascita e la gestione del progetto/esperienza Field sono state al riparo da ogni approccio di tipo burocratico, essendo invece costantemente soggetti all’impegno individuale di realizzare in Calabria un’esperienza originale e partecipata di sviluppo”. Una esperienza che l’ha vista affidataria di diversi incarichi da parte di Dipartimenti regionali. In conclusione, “pur condividendo l’esigenza del sistema istituzionale regionale di attenersi scrupolosamente a dettami di maggior rigore e razionalità, non ci si può esimere dal rivolgere a codesta Commissione e all’intero Consiglio Regionale, per il tramite degli on.li Capi Gruppo, un appello perché le valutazioni sulla Fondazione Field siano scevre da condizionamenti di parte o da preconcetti e si basino esclusivamente e rigorosamente sulla tipologia di attività svolte, per verificarne la legittimità statutaria, e sull’analisi dei risultati conseguiti”.