Un anno di Oliverio, Guccione insoddisfatto

Cosenza Politica

Ritorno alla terra e ritorno alla Politica. Potrebbe essere sintetizzato con questi due concetti chiave, al tempo stesso due veri e propri manifesti programmatici, l’articolato ed appassionato intervento del consigliere regionale del PD, Carlo Guccione, all’affollato incontro promosso dai Giovani Democratici (GD) di Corigliano, ospitato presso il Centro d’Eccellenza, allo Scalo. Alla manifestazione, intitolata la terra ai giovani, organizzata per condividere contenuti, metodi ed obiettivi della proposta di legge regionale, d’iniziativa dello stesso Guccione, per la vendita e locazione dei terreni agricoli abbandonati, moderati da Raffaele Stigliano, sono intervenuti anche Serena Iacucci, Franco Laratta, Alessia Alboresi e rappresentanti della Cia, di Confagricoltura e Coldiretti.

Ambiente, turismi, enogastronomia e dissesto idrogeologico. Sono, questi – ha scandito Guccione – le quattro priorità, le quattro emergenze per certi versi ma anche le quattro opportunità strategiche di sviluppo di questa regione e che sono collegate a doppio filo alla vera e propria rivoluzione, che la Regione ha il dovere di stimolare ed accompagnare, del ritorno alla terra delle nuove generazioni. Perché – ha continuato – è dal rilancio su nuove basi dell’agricoltura in questa regione e dalla nostra capacità di recuperare nei nostri territori quella che Slow Food chiama sovranità alimentare che dipenderà la minore o purtroppo maggiore emigrazione dalla Calabria, prevista da tutti gli indicatori statistici per i prossimi anni.

Ecco perché – ha proseguito – la partita del nuovo Piano di Sviluppo Rurale (PSR) diventa una delle più delicate e rischiose se l’attuazione di questo strumento non sarà ancorata a rigidi e chiari criteri di misurazione non solo quantitativa ma qualitativa della spesa e soprattutto di monitoraggio delle modalità di investimento e finanziamento e di effettiva ricaduta su territori interessati. Serve assoluta discontinuità rispetto a quanto già purtroppo visto e negativamente sperimentato fino ad oggi. C’è bisogno di una rottura forte, responsabile e coerente con metodi ed anche con protagonisti della passata fallimentare programmazione regionale.

Perché – ha scandito Guccione – perseverando con questa viziosa continuità burocratica rispetto al passato, l’unico vero rischio è che la scandalosa perdita di 33 milioni di euro di fondi comunitari 2007/2013 assegnati all’azienda Calabria Verde per l’acquisto dei mezzi antincendio possa diventare soltanto la prima di una lunga serie e la stessa chiave di lettura di uno stallo politico-decisionale e di quello che viene ormai sempre di più percepito come un evidente tradimento delle attese di radicale cambiamento di cui il Governatore Oliverio si era fatto interprete. Perderemo altri fondi ed altre ingenti risorse torneranno indietro, se quanti hanno commesso errori in passato continueranno a rimanere ai loro posti, ingessando qualsiasi possibilità di innovazione in questa regione.

Da qui il ritorno alla Politica, esortato e sottolineato a più riprese da Guccione, elogiando metodi ed obiettivi della nuova iniziativa fortemente voluta dai Giovani Democratici di Corigliano. Perché – ha detto – è così, con queste manifestazioni e confronti dal basso, che un partito di governo nel Paese e nella Regione deve interpretare la sua indispensabile capacità di ascolto e di ricerca di soluzioni condivise gli elettori, con le comunità e con i territori.

Purtroppo – ha continuato il Consigliere Regionale del PD – ad un anno dalla vittoria elettorale, al di là delle singole questioni che stiamo ponendo in tutte le sedi e che dimostrano una disattenzione evidente rispetto alle istanze di rinnovamento che si erano condivise, ciò che continuo a percepire girando nei territori delle cinque province calabresi è un diffuso malcontento, soprattutto nella nostra base del PD, anzi tutto per la mancanza di coraggio nel far invertire veramente rotta alla macchina burocratica regionale. Bisogna misurare e chi sbaglia deve essere messo da parte, favorendo anche un ricambio generazionale. Va cambiato passo. E va compreso, prima che sia troppo tardi, che senza interazione e dialogo costante con i principali attori dello sviluppo locale nei territori, non potrà esserci alcuna reale e virtuosa programmazione regionale in nessun settore”.