Allarme rosso del Csa Cisal sulla funzione della protezione civile

Calabria Attualità

Il sistema di amministrare la Regione Calabria non cambia. Neanche sotto la guida del Presidente Mario Oliverio. La conferma giunge puntuale anche in un settore così delicato e di grande attualità come la Protezione Civile.

A sostenerlo sono gli aderenti del CSA CISAL che operano nella Protezione Civile della Regione Calabria.

Nell’ultima seduta di giunta, tenutasi a caldo sulla calamità intervenuta nei giorni scorsi, soprattutto nella fascia jonica reggina, e che ha provocato ancora una volta un vero e proprio allarme rosso sulle condizioni disastrate del sistema idrogeologico della regione. Il provvedimento adottato dall’esecutivo ha deluso appieno gli stessi dipendenti della Protezione Civile, i quali sulla scorta di quanto accaduto nelle ultime ore speravano che il governo regionale, prima ancora di avanzare una proposta operativa tesa a potenziare lo sviluppo dei servizi, convocasse le forze sociali per un urgente e concreto confronto sulle misure da stabilire per rendere ancora più efficiente l’impegno degli operatori del settore.

E’ invece venuto fuori che l’esecutivo, su proposta del vicepresidente Prof. Antonio Viscomi, ha discusso e condiviso l’introduzione di nuovi modelli organizzativi basati sull’ottimale distribuzione dell’articolazione oraria piuttosto che affrontare i temi legati alla utilizzazione di istituti dal costo elevato, come la "turnazione" e la "reperibilità".

Il CSA CISAL non può che non essere d’accordo sulla necessità di ricorrere alla rideterminazione del numero, dell’allocazione e della pesatura delle posizioni organizzative e delle alte professionalità; alla migliore gestione del lavoro straordinario; alla necessaria correlazione tra gli istituti di produttività e la preventiva definizione di obiettivi individuali e collettivi misurabili mediante l'applicazione dei principi e degli strumenti collegati al ciclo della performance; alla più attenta disciplina delle indennità di disagio e di rischio, delle indennità di responsabilità relative a specifiche posizioni di lavoro, subordinando l’erogazione delle risorse riconducibili alla "lett. k" dell’art. 15 del CCNL; all'adeguamento dei relativi regolamenti improntato ai principi di trasparenza, pubblicità, valutazione e rendicontazione soprattutto se finalizzati al miglioramento della struttura di Protezione Civile in considerazione della nuova U. O. A. “in fieri”.

Alla luce di quanto sta accadendo negli ultimi anni non v’è chi non intuisce l’urgente utilità di porre la necessità di attivare un tavolo di confronto e concertazione tra la Giunta Regionale, il Dipartimento della Protezione Civile e le rappresentanze sindacali non solo per dare voce alle problematiche dei lavoratori con l’intento di arginare eventuali difficoltà che potrebbero verificarsi durante gli interventi di emergenza, quanto per pervenire alla realizzazione di iniziative intese a fronteggiare con più adeguatezza ogni tipo di emergenza, soprattutto idrogeologica, evitando che venga messa a rischio l’incolumità della popolazione dal susseguirsi dei tragici eventi che si stanno abbattendo con preoccupante cadenza su tutta la regione.

E’, tra l’altro, un suggerimento che il Segretario Generale Franco Cavallaro sostiene ormai da anni dopo aver preso atto che la disastrata condizione del sistema idrogeologico della Calabria deve passare obbligatoriamente sotto la lente d’ingrandimento del Governo Renzi.

Forse ricordando l’articolazione su cui insiste tutto il coordinamento d’intervento della Protezione Civile si può capire della inderogabile urgenza di discutere ed andare oltre l’attuale composizione del quadro operativo calabrese che consiste nella presenza di una sala operativa regionale con sede a Catanzaro, vigile 24 ore su 24, con attività diretta 365 giorni all’anno, supportata da quattro unità operative periferiche dislocate nelle province di Cosenza, Crotone, Vibo Valentia e Reggio Calabria che garantiscono il presidio del territorio senza soluzione di continuità proprio in attuazione della Legge Regionale di Protezione Civile n. 4 del 10 febbraio 1997.

Struttura garantita da personale regionale che si alterna in "turnazioni" e "reperibilità" ogni giorno facendo sacrifici non indifferenti e sottoponendosi a rischi continui per garantire la previsione, la prevenzione e il primo soccorso alla popolazione in caso di necessità ed emergenza.

Un’opera, quotidiana, che vede impegnati gli operatori anche nella lotta contro gli incendi boschivi durante la stagione estiva e che talvolta impedisce anche di usufruire delle ferie estive.

Alla luce degli ultimi eventi e delle discutibili attenzioni che il governo regionale dimostra verso il settore della Protezione Civile, il CSA CISAL invita - insieme al suo dirigente sindacale Gianluca Tedesco - il Presidente Mario Oliverio a prestare una più attenta e responsabile attenzione verso l’impegno dei dipendenti al centro di quotidiani e spesso enormi sacrifici, garantendo loro le condizioni per un lavoro più funzionale e svolto nella massima sicurezza.