Agguato a Crotone: Polizia ferma presunto autore e mandante

Crotone Cronaca

La Polizia di Stato di Crotone ha sottoposto a fermo di indiziato di delitto i presunti autore e mandante dell’agguato a Piero Ranieri, il crotonese di 38 rimasto gravemente ferito nella serata di mercoledì scorso.

La Squadra Mobile ha catturato i fratelli Giovanni e Vincenzo Scarriglia, rispettivamente di 30 e 27 anni, indagati in concorso, tra loro e con altri ancora ignoti, Giovanni come presunto autore materiale e Vincenzo come uno dei mandanti, del tentato omicidio di Ranieri, raggiunto da cinque colpi di pistola cal. 7,65 mentre era intento a parlare in strada con un soggetto, una donna, nel quartiere del Gesù di Crotone.

Secondo le ricostruzioni fatte dagli investigatori, Giovanni Scarriglia, dopo avere raggiunto la vittima l’ha chiamata e, fatta girare verso di se, ha esploso almeno sette colpi di pistola, dandosi poi alla fuga e facendo perdere le proprie tracce e lasciando sul posto l’arma che sarebbe stata poi recuperata dal fratello.

L’avventatezza con la quale è stata condotta l’azione delittuosa – spiegano gli inquirenti - ha esposto a grave pericolo le numerose persone che erano presenti in strada a quell’ora, tra cui diversi bambini, tanto che uno di questi sarebbe rimasto ferito di striscio dietro un orecchio, sebbene non sia ancora chiaro da cosa.

Gli uomini della Mobile, infatti, hanno riscontrato la presenza di punti di impatto dei proiettili anche su una vettura parcheggiata in zona e frammenti di ogiva a terra; anche l’auto a bordo della quale era da poco arrivato sul posto Ranieri è stata danneggiata sul portellone posteriore e sul lunotto.

Il movente, sempre secondo la tesi degli investigatori, sarebbe da ricondurre a dissidi sorti in ambito familiare: gli indagati sono, infatti, gli ex cognati della vittima, alla quale avrebbero avanzato alcune pretese di denaro, parte del quale sarebbe servito a mantenere la figlia, rimasta con i nonni materni dopo che Ranieri si era trasferito al nord Italia, in provincia di Verona, a seguito della separazione con la moglie.

Altro elemento di contrasto sembra essere quello riconducibile all’appartamento presso il quale viveva Ranieri con la moglie. L’immobile popolare, con il consenso dello stesso 38enne, sarebbe stato lasciato nella disponibilità di un soggetto, gravato da numerosi precedenti; ciò avrebbe determinato ulteriori frizioni tra le parti, poiché i familiari della ex moglie avrebbero voluto fruire loro della casa.

Peraltro, lo stesso conduttore dell’appartamento avrebbe mosso delle “aspre critiche nei confronti di uno dei fratelli, Giovanni Scarriglia, appellato con vari epiteti, ritenuto incapace di concludere il compito affidatogli”, spiegano gli inquirenti riferendo di una conversazione intercettata e che diceva:

cinque ne sono rimasti… uno qua … uno … qua … uno qua e uno qua! Gli ha menato pure alla gamba dovee … ma menali una botta dritta al cervello e te ne vai … no che vuoi fare il grande! il cowboy! E digli di negarsele queste cose che gliele sbatto davanti!

Censure all’operato di Giovanni Scarriglia sarebbero state avanzate anche dal fratello Vincenzo che, lamentandosi con un altro parente, si sarebbe rammaricato del fatto che se “Giovanni avesse operato così come loro stessi avevano pianificato, ossia con professionalità e freddezza, sarebbe stato più difficile per le forze dell’ordine individuarlo”.

Ranieri, dopo essere stato tenuto in terapia intensiva con prognosi riservata, nella serata del 6 novembre scorso, si è risvegliato dal coma farmacologico, confermando agli inquirenti che a sparargli era stato proprio Giovanni Scarriglia. Le indagini continuano in maniera serrata.