Pd di Lamezia: sette proposte per risolvere i problemi della sanità

Catanzaro Salute

Venerdì 6 Novembre si è tenuta nella sede del PD di Lamezia Terme un'assemblea per discutere in maniera approfondita ed approvare il documento sui problemi della sanità, redatto dalla commissione di lavoro presieduta dal Francesco Muraca.

All'assemblea oltre alla presenza della senatrice Doris Lo Moro, del consigliere regionale Antonio Scalzo, dei consiglieri comunali Pino Zaffina e Mariolina Tropea hanno partecipato diversi tecnici ed esperti della sanità, Sindaci ed amministratori del comprensorio lamentino nonché numerosi militanti e rappresentanti del partito nelle istituzioni.

E' stata un'assemblea molto partecipata che ha registrato 18 interventi, segno - per gli organizzatori - di un partito vivo. Tutti gli interventi hanno apprezzato il lavoro svolto ed espresso soddisfazione per il nuovo corso intrapreso dal PD Lametino. L'assemblea ìapprovato il documento all'unanimità sottolineando che "rappresenta la posizione ufficiale del PD di Lamezia Terme sulla questione sanità".

IL TESTO DEL DOCUMENTO APPROVATO

"Questo documento è la sintesi di lavoro che un gruppo di persone con conoscenze specifiche in ambito sanitario vuole proporre all’assemblea cittadina affinché venga condiviso ed approvato e quindi essere il riferimento da seguire per la politica sanitaria locale del Partito democratico di Lamezia Terme.

La politica regionale in campo sanitario è commissariata e deve superare il Piano di rientro. Dentro questo quadro si inseriscono diverse criticità della situazione della Sanità a Lamezia Terme. Il Commissario Regionale, l’ing.Scura, è impegnato nella determinazione di un assetto organizzativo e strutturale del sistema sanitario regionale; si ritiene che il suo lavoro debba tenere conto di una realtà come quella Lametina che, per la sua storia e per la sua caratterizzazione geografica, non può essere penalizzata ma piuttosto valorizzata e rafforzata.

Considerata tale premessa, si rende necessaria un azione politica forte del partito democratico locale, provinciale e regionale, per affermare che Lamezia Terme deve avere un’offerta sanitaria di livello ed utilizzare al meglio ciò di cui dispone, semplicemente con una normalizzazione sufficiente, efficace ed efficiente, che sia adeguata con risorse umane, economiche e tecnologiche.

Lamezia Terme non vuole creare conflittualità´ sanitarie con la Città di Catanzaro, ma si deve lavorare per ottenere le condizioni per utilizzare al meglio le disponibilità dell’intera area. Dall’accorpamento delle due ex aziende sanitarie n.6 e n.7, avvenuto nel lontano 2007, si sono sviluppate situazioni gestionali che hanno determinato nel nostro territorio una involuzione delle prestazioni sanitarie sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo con una minore domanda ed una minore offerta sanitaria. Ciò ha provocato un aumento della migrazione sanitaria dal nostro territorio verso altri luoghi con notevoli disagi economici e sociali dei cittadini. Nella città’ di Catanzaro è presente il nosocomio del Pugliese ed un po’ più distanti troviamo il Ciaccio ed il Mater Domini che garantiscono un maggiore soddisfacimento sanitario della popolazione ivi residente. Quindi Catanzaro si ritrova con due Hub e con un solo Pronto Soccorso, quello del Pugliese; l’azienda Ospedaliera Mater Domini, contraddizione in termini, ne è sprovvista, pur avendo un Dipartimento di Emergenza di II livello. E’ chiaro ed evidente che esistono delle situazioni irrazionali e sproporzionate rispetto ad altri territori vicini che necessitano di nuova riorganizzazione per difendere non un territorio ma bensì’ un corretto ed egualitario diritto alla salute. Allo stato i criteri di equità, economicità, razionalizzazione, sono tutti disattesi. I livelli essenziali di assistenza devono, secondo l’attuale dettato normativo, essere garantiti in eguale misura nel distretto del Lametino ed in quello di Catanzaro. A Lamezia Terme non servono centri di eccellenza e di cura di malattie rare, ma nelle more di realizzazione di un centro di emergenza politraumatologica è importante difendere e potenziare l’esistente.

In una visione politica sanitaria di ampio respiro e proiettata nel prossimo decennio, la realizzazione di una rete regionale di servizi per la politraumatologia comporterebbe un sensibile beneficio per l’intera regione. L’ospedale di Lamezia Terme per gli ampi spazi di cui dispone, per la sua collocazione geografica, la rete di servizi ferroviari, viari ed aeroportuali, ben si presta ad essere nucleo operativo di tale rete. A tal fine si deve ricordare che il Polo Traumatologico regionale è stato approvato dal Consiglio Regionale nel piano regionale della salute 2004-2006 e confermato nel piano sanitario Calabria 2007-2009 e finanziato dalla Regione con 15milioni di euro, ancora non spesi.

E’ chiaro che tutto il territorio regionale è soggetto alla revisione sanitaria e che ciò implica scelte difficili e non si vogliono fare certamente le battaglie campanilistiche, ma ciò che si chiede è un reale miglioramento dell’offerta sanitaria generale del nostro territorio. Esistono, infatti, al momento tantissime criticità che riguardano il funzionamento dei servizi ospedalieri e territoriali.

Non è possibile accettare, per esempio, la mancanza di Primari in molte unità operative, turni del personale ben oltre la soglia contrattuale, blocco delle assunzioni e del turn-over, riduzioni dell’offerta di prestazioni, liste di attesa lunghissime, mancato potenziamento dei servizi domiciliari, residenziali e territoriali. ‘necessario ridefinire gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici relativi all’assistenza ospedaliera, nella consapevolezza che è imprescindibile ridurre la spesa e gli sprechi. I tagli previsti non devono danneggiare i cittadini, soprattutto quelli che vivono in aree disagiate e, proprio per loro, bisogna prevedere un assistenza adeguata con offerte sostitutive e servizi alternativi che garantiscano il diritto alla salute. -

Nel nostro ospedale ci sono difficoltà in molte unità operative, ed in tale situazione è messo in crisi l’espletamento delle attività diagnostiche, dei Lea ed anche quelli di screening.

CONSIDERATE TALI PREMESSE, IN CONCLUSIONE SI CHIEDE DI:

1) Rivedere la possibilità di istituire il Politrauma a Lamezia Terme con realizzazione di una rete emergenza-urgenza che comprenda anche le aree più’ lontane dal centro urbano principale con adeguati mezzi di soccorso avanzato.

2) Rivedere la delimitazione del bacino territoriale per una nuova definizione tipologica degli ospedali che deve tenere conto delle caratteristiche geografiche, socio-economiche, dei dati epidemiologici e dei servizi infrastrutturali esistenti.

3) Rendere normalmente funzionanti le unità operative ospedaliere esistenti con risorse umane, tecnologiche ed economiche sufficienti, promuovendo la crescita qualitativa dei servizi attraverso la nomina di primari stabili, garantendo la sicurezza degli operatori e degli utenti.

4) Rafforzare i servizi di medicina territoriale attraverso le nuove forme associative UCCP e AFT per garantire la continuità assistenziale ospedale e territorio e nel contempo valorizzare le varie figure delle medicina territoriale – medici di assistenza primaria – continuità assistenziale – specialisti territoriali. Rafforzare l’integrazione tra il sociale ed il sanitario con il coinvolgimento territoriale dei comuni del lametino. In questo contesto sarà utile potenziare il Pronto Soccorso e l’emergenza, la riabilitazione psico-sociale domiciliare, i servizi per la dipendenza ed i servizi per la prevenzione.

5) Rivedere il rapporto tra pubblico e privato al fine che i costi ed i profitti siano in egual misura distribuiti. Prevedere accreditamenti al privato solo per quelle prestazioni che non possano essere elargiti dal pubblico.

6) Razionalizzare la localizzazione delle sedi degli uffici amministrativi. (A Lamezia esistono numerosi locali nuovi e vuoti, non si capisce perché bisogna pagare affitti in altre sedi che rendono problematici i rapporti tra i vari operatori).

7) Accelerare l’apertura del Centro INAIL con relativo rafforzamento organizzativo della riabilitazione. Infatti, Lamezia ed il suo comprensorio si candidano autorevolmente a divenire, il più’ grosso polo di riabilitazione intensiva ed estensiva pubblico. Tale area di sviluppo, settorializzata su tre dinamiche principali: ortopedica-traumatologica, cardiopolmonare e neuroriabilitativa comprensiva dell’ambito legato alle lesioni midollari e /o alle malattie neurodegenerative, potrebbe ulteriormente completarsi attraverso l’impianto di una unità di risveglio pubblica, che potrebbe avere come conseguenza un ulteriore potenziamento delle strutture legate alla rianimazione. Il tutto in perfetta sintonia con la filosofia del SSN che prevede l’accreditamento ai privati solo ed esclusivamente nelle more che il servizio pubblico si adegui a quanto necessario per svolgere completamente tale ruolo.

Risulta chiaro ed evidente che l’attuazione di questo percorso virtuoso non può ‘ prescindere dalla valorizzazione di tutto il personale sanitario ed amministrativo, che deve ritrovare nuovo entusiasmo e nuovi stimoli e, ciò può essere possibile soltanto quando il proprio lavoro si svolge in condizioni di sicurezza e di serenità".