Aemilia. Sequestrati 30 milioni a presunti affiliati alla cosca Grande Aracri di Cutro

Crotone Cronaca

30 milioni di euro è il valore dei beni che i carabinieri del Ros stanno sequestrando a Reggio Emilia, Parma, Crotone, Aosta e Verona, nell’ambito degli sviluppi dell’inchiesta Aemilia e che riguarda 12 aziende, 71 immobili, 22 autoveicoli e diversi rapporti bancari e finanziari.

Destinatari del provvedimento - emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Reggio Emilia, su richiesta della Dda di Bologna - Giuseppe e Palmo Vertinelli originari di Cutro, nel crotonese, ma residenti a Montecchio Emilia, attualmente in carcere a Bologna con l’accusa di associazione mafiosa, riciclaggio ed intestazione fittizia di beni.

I due fratelli, secondo gli inquirenti, sarebbero difatti l’emanazione imprenditoriale della 'ndrangheta sul territorio emiliano e operante anche in Calabria, “capace di un'autonoma e localizzata forza di intimidazione con epicentro a Reggio Emilia” spiegano gli investigatori, e collegata ai Grande Aracri di Cutro. Il sequestro va ad integrare quelli già disposti in ambito penale.

Dal provvedimento emergerebbe un presunto “rapporto funzionale fra il boss Grande Aracri” e i due imprenditori che vengono definiti come “asserviti al programma affaristico della cosca e ai suoi obiettivi di infiltrazione del sistema economico emiliano, calabrese, veneto e con propaggini in Val d’Aosta”.

Si sarebbero così individuate le ricchezze anche personali accumulate attraverso un presunto prestanome e meccanismi di intestazione fittizia e di titolarità occulta “ideati per reimpiegare i capitali derivanti dai reati-fine dell’associazione” nonché le provviste riconducibili al boss Grande Aracri.

Gli investigatori ritengono che i Vertinelli, nonostante i precedenti sequestri subiti a gennaio, febbraio e luglio scorso, abbiano ripreso le attività imprenditoriali intestando ad un giovane prestanome una nuova società, fissandone la sede legale in provincia di Verona, probabilmente - è la tesi - allo scopo di sottrarsi alle attenzioni investigative in Emilia-Romagna.

Proprio ieri, giovedì 29 ottobre, è iniziata intanto l'udienza preliminare del maxi processo scaturito dal blitz che, nel gennaio del 2015, portò all'arresto di 160 persone. 219 gli imputati accusati di far parte della ‘ndrangheta calabrese radicata, per l’appunto, in Emilia Romagna.

(Aggiornata alle 11:00)

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