LETTERE | Crisi in Calabria: drammatico crollo degli occupati in edilizia

Calabria Attualità

Riceviamo e pubblichiamo.

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Il tasso di crescita del Pil nel 2014 in Calabria è stato ancora negativo, pari a -1,8% (- 0,4% in Italia). Il Pil per abitante è risultato di 14.500 euro, contro i 25.300 euro dell’intera Penisola. Il tasso di disoccupazione, ancora in crescita nel 2014, ha raggiunto il 23,4%. Le persone in cerca di occupazione sono state pari a 160 mila unità, con un incremento di 7,7%.

La crisi ha colpito con intensità diversa tutti i settori, il terziario, l’industria manifatturiera ma il crollo del comparto delle costruzioni ha assunto dimensioni impreviste ed allarmanti. In base ai dati Istat dal 2008 al 2014 gli occupati complessivi sono diminuiti in Calabria del 10,6%, mentre nel settore delle costruzioni la contrazione è stata addirittura del 40,8%.

Rispetto ad una diminuzione complessiva di 62 mila occupati in tutti i settori, circa 25 mila sono stati persi in quello delle costruzioni. Dal 2013 al 2014 gli occupati si sono ridotti ulteriormente dell’8,6% e nel II trimestre 2015 la situazione è ulteriormente peggiorata.

Da sottolineare che negli occupati sono inseriti sia lavoratori dipendenti che indipendenti. Tra questi gli imprenditori individuali, i liberi professionisti, i lavoratori autonomi. Nel solo 2014 i lavoratori indipendenti in Calabria sono diminuiti addirittura del 24,5%, contro una diminuzione del 4,1% nel Mezzogiorno e dell’1,5% in Italia, secondo dati Istat elaborati dall’Ance.

D’altra parte solo nel 2014 sono cessate 1.227 imprese e se ne sono iscritte 826. Sono ancora operative oltre 19 mila aziende. Secondo i dati dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, riportati in un recente rapporto della Banca d’Italia, le compravendite in regione nel 2014 hanno subìto un nuovo intenso calo del -7,8 per cento, nonostante una forte riduzione dei prezzi delle abitazioni.

Non poteva essere diversamente perché in una situazione di incertezza, aumentare il prelievo fiscale sulla casa in tre anni da 9,8 a 23,9 miliardi, come dichiarato dall’Ance, si è rivelato un clamoroso errore. Chi propone in questo momento ulteriori patrimoniali e nuove tasse spero almeno ignori la situazione esistente.

Per il rilancio del settore c’è necessità di incrementare gli investimenti pubblici e di utilizzare tutti i fondi disponibili e accelerare le procedure, evitando di puntare però solo su grandi opere e di concentrare eccessivamente appalti e incarichi. A tal fine è opportuno rileggere gli ultimi piani triennali dell’Intervento Straordinario per il Mezzogiorno, prima della sua incauta soppressione all’inizio degli anni Novanta.

Erano stati previsti progetti strategici, ma anche varie azioni organiche settoriali, con investimenti di medio importo e piccoli progetti diffusi anche in tutte le aree interne, assegnati in base ad alcuni parametri territoriali prefissati. Bisognerebbe recuperare e valorizzare i numerosi giacimenti culturali esistenti, i centri e i monumenti storici che costituiscono una grande risorsa turistica della Calabria.

Per il settore immobiliare sarebbe importante far aumentare prioritariamente la fiducia in chi deve investire e favorire l’erogazione dei mutui, prevedendo una garanzia pubblica almeno su una quota dei mutui che vengono concessi per l’acquisto della prima casa.

Vincenzo Gallo (Architetto)


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