Fiom, riconquistare il Ccnl e dare un futuro alla Calabria

Calabria Attualità
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Il Comitato Direttivo della FIOM-CGIL Calabrese, formalmente riunitosi a Lametia T. Giovedi 8 Ottobre, alla fine dei suoi lavori, dopo un ampio ed articolato dibattito aperto dalla relazione del segretario regionale Massimo Covello il contributo di Giuseppe Picconi responsabile amministrativo della FIOM-CGIL nazionale e concluso dal responsabile organizzativo nazionale compagno Enzo Masini, ha approvato all'unanimità il seguente documento.

La Fiom-Cgil della Calabria si riconosce pienamente nel percorso indicato dalla FIOM nazionale per la definizione, l'approvazione e la riconquista del Ccnl.

"A questo scopo- continua la nota della Fiom - impegna tutte le sue strutture ad accelerare nel confronto con gli iscritti e tutti i lavoratori interessati, attraverso lo svolgimento di assemblee in ogni luogo di lavoro e se necessario nei territori, per condividere, raccogliere proposte, per creare la necessaria consapevolezza della durezza dello scontro aperto sul Ccnl , ed essere pertanto pronte a sostenere le iniziative di mobilitazione e/o di sciopero che dovessero rendersi necessarie.

La straordinaria partecipazione dei lavoratori all'assemblea svoltasi il 21 Settembre scorso alla ex Ansaldo-Breda di R.C, la grande attenzione degli stessi all'intervento del compagno Maurizio Landini, hanno dato il segno che anche in Calabria, nonostante le gravi condizioni sociali, lavoratrici ed i lavoratori metalmeccanici hanno colto il senso profondo dell'azioni da compiere per riconquistare il Ccnl ed i diritti.

Le gracilissime dimensioni dell'apparato industriale calabrese, già strutturalmente debole e reso ancora più asfittico dalla perdurante crisi ed assenza di politiche industriali, carattrerizzato da oltre il 90% di aziende con meno di 15 dipendenti; la quasi totale assenza di contrattazione di II° livello rendono quanto mai fondamentale riconquistare il Ccnl ed ad esso il ruolo di “autorità salariale” universale.

Fondamentale in quest'ottica è rivendicare la defiscalizzazione degli aumenti salariali nazionali; cosi come individuare i minimi salariali contrattuali come punto di riferimento per l'eventuale salario minimo legale.

Il C.D condivide la proposta della contrattazione annuale dei minimi del salario per rendere più coerente, efficace e fattivo il controllo degli andamenti dell'attività, mantenendo la normale durata per tutti gli altri istituti.

Il salario, l'organizzazione dell'orario e la redistribuzione del lavoro, la formazione e l'occupazione, il mutualismo e la sanità integrativa, sono questioni essenziali che devono trovare rilievo normativo nell'equilibrio coerente dei due livelli di contrattazione.

Cosi come devono trovare spazio e normazione quelle problematiche come la riconquista di un unico regime in materia di tutele e diritti contro i licenziamenti individuali e collettivi, ed il ruolo della contrattazione collettiva sulle norme relative al demansionamento ed al controllo a distanza, volute dal Governo per rendere più iniquo il rapporto impresa/lavoro.

L’obbiettivo centrale della ricomposizione del lavoro, dell’universalizzazione dei diritti e delle tutele anche attraverso la via contrattuale è resa evidente proprio nella nostra regione che ha subito in questi anni una esplosione degenerata del ricorso agli appalti, ai subappalti, come forma di sfruttamento e di riduzione dei diritti. Pertanto si percepisce l’assoluta necessità di ridefinire le tipologie delle lavorazioni in appalto e la loro limitazione e controllo. A tale fine si concorda sulla necessità di prevedere l’assunzione di una responsabilità diretta da parte dell’azienda appaltante su tutto il ciclo lavorativo e l’obbligo dell’applicazione del Ccnl a carico delle società che operano in regime di appalto. Cosi come va garantito l’utilizzo dei servizi a tutti i lavoratori delle aziende degli appalti alle stesse condizioni di quelli dell’appaltante, il diritto di informazione alla RSU sui contratti di appalto in essere e in definizione e la conservazione del posto di lavoro in caso di cambio d’appalto.

Le suddette proposte di merito devono essere da punto di vista metodologico assolutamente coordinate con la necessità che il Ccnl recepisca la certificazione della rappresentanza delle organizzazioni sindacali ed il voto certificato della maggioranza dei lavoratori e delle lavoratrici coinvolti.

Il CD inoltre , viste le particolari condizioni di disagio sociale, di impoverimento crescente dei lavoratori e dell’intera popolazione, fa proprie le indicazioni di mobilitazione contro la miseria e l’ingiustizia sociale previsti sta per Sabato 17 Ottobre 2015, ed auspica che insieme alla già programmata iniziativa di Cosenza si possano creare le condizioni per altre iniziative nel territorio regionale, dando particolare attenzione a luoghi e situazioni di accoglienza, lotta alla criminalità, ed altro, insieme a tutti i soggetti singoli e collettivi con i quali si è condiviso la campagna e con cui è avviato il lavoro di costruzione di un’ampia coalizione sociale.

Il CD della FIOM-CGIL Calabria ribadisce la critica profonda e la propria opposizione alle scelte, contro il lavoro ed i lavoratori di tutti i settori, che ha compiuto e sta compiendo il Governo Nazionale.

Lo stesso ritiene che per contrastare scelte nefaste come il Jobs-act, “la buona scuola”, lo “sblocca Italia”, oltre che sul sistema pensionistico e le pessime riforme costituzionali, vada assunto come strumento da attivare anche il ricorso al Referendum.

Con altrettanta nettezza il CD della FIOM calabrese esprime un giudizio fortemente critico sulla inadeguatezza dell’azione di Governo della Giunta Regionale.

E’ evidente a tutti che la Calabria e l’intero Mezzogiorno continuano ad essere fuori dall’attenzione delle scelte del Governo al netto delle provocatorie riproposizioni di progetti assolutamente inutili e dannosi come il ponte sullo stretto, tutt’al più interessanti per appetiti speculativi e criminogeni.

Il combinato disposto di volontà negativa del Governo ed inadeguatezza dell’azione della Giunta R. ha finora riproposto l’antica politica nefasta, assolutamente inadeguata alle aspettative, ed anche alle potenzialità della Regione.

Serve rilanciare una concreta azione programmatoria di investimenti pubblici straordinari ed ordinari, rivolta ad una nuova politica di industrializzazione, nelle reti materiali ed immateriali, di riqualificazione dei servizi pubblici locali, nell’energia rinnovabile, nella difesa e valorizzazione del territorio.

Per tutte queste ragioni il C.D impegna gli esecutivi delle strutture FIOM della Calabria ad ogni livello a sostenere la necessità di una ripresa categoriale e confederale dell’iniziativa di mobilitazione e se condiviso di sciopero generale regionale".