Turismo: stagione estiva da dimenticare per la città di Rossano

Cosenza Attualità
Federico Smurra

La stagione turistica estiva bizantina, appena conclusa, passerà alla storia per il suo responso negativo. Di una eccezionalità unica, come l’alluvione del 12 agosto, se la si paragona ai dati dell’ultimo ventennio. Il maltempo e una governance labile tra i diversi attori ha reso difficile competere con successo a livello glocale, generando politiche frammentate e non coordinate tra loro. Mentre nelle altre località d’Italia e della stessa Calabria abbiamo registrato dati positivi con un incremento sostanziale e a due cifre della domanda turistica, nella città del Codex si registrano 1.500 arrivi e 25.000 presenze in meno rispetto alla scorsa stagione estiva. Tutto ciò ha determinato, sottostimando i fattori, ad una perdita economica per l’intero comparto che si aggira intorno ai 5 milioni di euro di volume d’affari per il territorio.

Rossano è dotata di una quantità di risorse culturali che possono essere valorizzate dal punto di vista turistico senza uguali, ma non da soli; abbiamo dunque un vantaggio competitivo, ma non possiamo pensare di continuare a vivere con un vecchio concept. Oggi il settore è più complesso che in passato perché i turisti sono diventati esigenti e sofisticati. La qualità dei servizi offerti assume un ruolo cruciale rispetto al passato. Per cogliere tutte le opportunità del settore è necessario dotare Rossano, con annesso il territorio, di una strategia unitaria e di un'offerta moderna. Questo non significa mancanza di valorizzazione del territorio, ma piuttosto impiego razionale e coordinato delle risorse in un contesto di risorse limitate e concorrenza agguerrita. Bisogna saper confezionare i "prodotti turistici" prendendo in considerazione l'esperienza complessiva del turista, dal momento in cui inizia la prenotazione al momento in cui torna a casa e viene ricontattato in un'ottica di fidelizzazione. Il comparto del turismo assume un ruolo molto importante per lo sviluppo del territorio, in primis sociale oltre che economico. L’andamento negativo dei flussi si riflette in maniera sostanziale sull’economia delle imprese turistiche, sui dati dell’occupazione e sullo sviluppo sociale e culturale della città. Basta una serie di annate “negative” per generare forti perdite per il settore e l’indotto.

Ad affermalo è il presidente della Pro Loco bizantina e dirigente dell’Unpli Cosenza Federico Smurra , che ha analizzato in anteprima i dati in valori assoluti forniti dall’Ufficio statistico della Provincia di Cosenza.

Da una scrupolosa analisi effettuata sui dati turistici dell’ultima stagione, corrispondenti al periodo giugno–agosto 2015, analizzata con appositi indicatori, Smurra dichiara: “E’ emerso che la domanda turistica si è contratta complessivamente del 19% in merito agli arrivi (numero di turisti che giungono in una località in una struttura turistica), e del 9% per le presenze (permanenza giornaliera dei turisti nella località) rispetto allo stesso periodo del 2014 (stagione già negativa). Se si confrontano i dati con l’ultimo quinquennio le percentuali in molti casi raddoppiano. Solo il mese di Giugno ha fatto registrare un dato tendenziale in controtendenza per quanto riguarda gli arrivi pari al +1,37 %, mentre per le presenze il dato segna un +1,27%. Male Luglio che ha registrato un -10,5% arrivi e il - 21% di presenze. Agosto, mese di massima affluenza, è andato peggio con un -16,5% arrivi e - 20% di presenze.

Da segnalare, a senso alternato i flussi turistici stranieri, che hanno fatto segnare un decremento del 6,9% come arrivi ed un incremento del 12,67% come presenze. Per il 2015 la domanda estera si è attestata complessivamente al 2,74 % sugli interi flussi che hanno fatto vacanza nella città bizantina. Se si rapporta al 2014 l’incidenza tendenziale della domanda straniera è negativa ovvero, si è registrato un calo del 6,9%.

L’analisi ha illustrato anche la provenienza dei turisti che hanno visitato la città bizantina. Per le regioni italiane al primo posto si colloca la Campania, seguita dalla Puglia. Per quando riguarda gli stati esteri, la nazioni da dove proviene il maggiore flusso di turisti stranieri è la Germania, seguita dalla Francia.

Inoltre l’analisi identifica la tipologia di struttura preferita dai vacanzieri. Gli italiani prediligono maggiormente quelle alberghiere mentre, gli stranieri preferiscono quelle exta-alberghiere.

In merito alla permanenza media dei turisti nella località rossanese - continua Smurra - essa si attesta complessivamente a 7 giorni con un incremento complessivo di mezza giornata rispetto al 2014. Gli italiani hanno trascorso circa 7 giorni nella località rossanese mentre, gli stranieri hanno trascorso circa 8 giornate nel periodo osservato.

In merito all’offerta turistica rossanese, la capacità ricettiva media della località è incrementata rispetto al 2014 dello 0,3%. Cambia, ma al positivo il rapporto bagni/camere rispetto all’anno precedente. Quest’ultimo indicatore di qualità, si attesta al 51,6 %, ovvero significa che abbiamo circa 52 bagni ogni 100 camere.

In merito al grado di utilizzazione delle strutture, esso si attesta a circa il 7,5% nel periodo osservato, con una forte contrazione rispetto al 2014, pari a circa il 65%.

La pressione turistica sulla località ha registrato nel periodo osservato 10 turisti circa ogni kmq, con una contrazione pari al 50% rispetto al 2014. Nello stesso periodo abbiamo avuto una densità totale, ossia turisti più residenti, pari a circa 254 individui per ogni kmq. Inoltre, dobbiamo segnalare che abbiamo avuto circa 4 turisti ogni 100 residenti, con una contrazione pari al 50% rispetto al 2014.”