Rossano, un referendum contro le trivellazioni

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"Un referendum per dire no alle trivellazioni nello Jonio. La Regione Calabria faccia seguire i fatti alle parole. Oliverio, prendendo di fatto le distanze dal Governo Renzi, ha ribadito, anche di recente ed in numerose uscite pubbliche, il suo secco no ad una campagna di perforazioni nel bacino del Golfo di Taranto. Ma, al momento, rimangono solo buone intenzioni e non è affatto sufficiente un ricorso al TAR. Dove sono gli atti deliberativi per tentare di bloccare gli effetti del famigerato decreto “Sblocca Italia” e con esso lo sciagurato piano di distruzione del nostro mare per mano delle holding del petrolio? La battaglia a suon di slogan è del tutto superflua, ci vogliono coraggio e determinazione per essere quanto più concreti ed evitare, nel prossimo futuro, di assistere inermi alla distruzione dell’economia turistica, agricola e ittica: tre comparti essenziali e strategici per lo sviluppo della Calabria. Ed in quel caso l’attuale classe politica dirigente non potrà dirsi immune da colpe".

È il duro monito lanciato dal consigliere regionale Giuseppe Graziano che a proposito della prevista e prossima campagna di ricerca di idrocarburi nel mare Jonio ha presentato una specifica mozione consiliare per impegnare la Regione Calabria a chiedere al Presidente del Consiglio di vietare l’utilizzo dell’air-gun per il settore delle attività estrattive.

"Sarebbe opportuno – dichiara Graziano – che il Governatore Oliverio si faccia carico di questa iniziativa, perorando l’iniziativa referendaria, così come già fatto dal collega della Basilicata, Marcello Pittella, ed al vaglio di altri Consigli regionali, per chiedere l’annullamento di tutte le autorizzazioni che consentono la ricerca e la prospezione di idrocarburi ad appena 12 miglia dai nostri litorali. Una scelta cervellotica e colonialista del Governo Renzi che, tra l’altro, per consentire questo scempio, probabilmente fomentato e sponsorizzato dai grandi centri di interesse, ha addirittura semplificato le procedure di attuazione, esautorando le Regioni da un ruolo centrale nella gestione delle politiche energetiche".

"L’unico strumento che ci rimane – scandisce il Consigliere - per opporci a questo scempio ai danni dell’ecosistema è dare la parola ai cittadini, proprio attraverso la scelta delle urne. Ma anche in questo caso non abbiamo molto tempo per decidere. Per presentare la proposta referendaria, già in itinere e a buon punto in molte Regioni italiane che si affacciano sul bacino del Mediterraneo, abbiamo tempo fino al prossimo mercoledì 30 Settembre. È opportuno, pertanto, che il presidente Oliverio si adoperi da subito a programmare attraverso gli uffici tutti gli opportuni passaggi così da portare in tempo utile il punto all’approvazione dell’Assemblea. Mai nella storia della Repubblica i Consigli Regionali hanno convocato un referendum come questo che coinvolge tutte le regioni del sud e, concretamente, la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. Questa sarebbe la prima volta che potrebbe determinare un momento di svolta per il Paese. Dare l’opportunità agli italiani e ai calabresi di poter votare per un futuro con sempre meno trivelle è l’unica opportunità che rimane alle Regioni e ai cittadini di contrastare una politica energetica che non guarda al futuro".

"Nel frattempo – questa poi l’ulteriore proposta di Graziano – sarebbe opportuno coinvolgere le altre Regioni, soprattutto quelle del Meridione, nella predisposizione di una proposta di legge di iniziativa parlamentare che regolamenti, nello scenario più ampio delle strategie energetiche, il settore delle trivellazioni, tutelando così le aree più a rischio. Contestualmente sarebbe opportuno – aggiunge il Consigliere della Cdl - predisporre adeguati strumenti normativi, compatibilmente con la legislazione nazionale, che consentano alla Regione di partecipare, dal punto di vista tecnico, con maggiori poteri nell’iter autorizzativo e nella valutazione di impatto ambientale".