Nuova 106, Associazione: “Passaggio al Consiglio superiore dei lavori”

Cosenza Infrastrutture

L’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” nelle scorse settimane ha più volte evidenziato con profonda e vibrante preoccupazione lo stato di fermo del 3° Megalotto della S.S.106 che collegherà Sibari con Roseto. Il progetto – lo ricordiamo – da mesi fermo al CIPE dopo una lunghissima istruttoria attende solo di essere approvato.

L’Associazione, in particolare, anche dopo l’incontro tra il presidente Ing. Fabio Pugliese e l’Ing. Eugenio Finocchiaro della Struttura Tecnica di Missione del Ministero delle Infrastrutture non comprendeva le ragioni per le quali il Governo non riusciva ormai da mesi ad assumere una decisione circa il progetto atteso che al CIPE erano emerse due possibilità: approvare definitivamente il progetto; sottoporlo, prima della sua approvazione, al Consiglio superiore dei lavori pubblici poiché lo stesso progetto nel corso dell’iter procedurale era passato da un costo complessivo di 1.234 milioni di euro a 1.460 milioni di euro.

L’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” condivide la preoccupazione dei sindaci dell’alto jonio, delle forze sociali e, più in generale, dei cittadini ed, insieme, apprezza questo atteggiamento che evidenzia ancora di più la forte volontà di tutto il territorio di avviare al più presto i cantieri della Nuova S.S.106 tra Sibari e Roseto.

L’Associazione, tuttavia, intende valutare ciò che sta accadendo con lucidità e chiarezza.

Poiché riteniamo che il progetto sia perfetto sarebbe l’ideale se esso venisse immediatamente inviato al CIPE per una sua approvazione con la prescrizione del Consiglio dei Ministri che esso non debba assolutamente essere sottoposto al parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici.

Considerato che il progetto non gode di un forte sostegno politico e, quindi, che tale possibilità difficilmente si potrà avverare occorre scongiurare l’eventualità che il progetto possa essere inviato al CIPE e che ottenga l’approvazione salvo poi dopo tre mesi essere impugnato dalla Corte dei Conti per il mancato passaggio al Consiglio superiore dei lavori pubblici (ipotesi questa che causerebbe al progetto svariati mesi o anni di ritardi).