Centrale Mercure, Campana (Uiltec): il CDM autorizza l’avviamento

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“Al confine tra Calabria e Basilicata, nel Comune di Laino Borgo, esiste fin dagli anni ’50 del secolo scorso una Centrale Termoelettrica che dapprima sfruttava la lignite presente nella zona, poi quando questa si è esaurita, l’ex Ente Nazionale per l’Energia Elettrica, l’ENEL, l’ha trasformata in Centrale funzionante ad Olio Combustile Denso.” È quanto rende noto Luigi Campana, Segretario Generale Uiltec Calabria.

“Il combustibile – prosegue Campana - arrivava con decine di autobotti da Taranto, Brindisi e Napoli. Negli anni ’90 la Centrale cominciò a dare i primi segni di vecchiaia e restò ferma per una decina d’anni con uno dei due gruppi da 35 MW ormai inutilizzabile. Il Sindacato pretese ed ottenne la bonifica del sito, ma l’azienda cominciava a pensare alla dismissione.

Ebbe inizio una levata di scudi generale per chiedere all’azienda di non abbandonare il territorio. In testa i Sindaci dei paesi ricadenti nella Valle, in primis quello di Rotonda, Giovanni Pandolfi, che è ancora in carica.

Ad inizio degli anni 2000 l’Azienda decise di investire per quella Centrale trasformandola a biomasse da legno vergine, fonte di energia per la quale si ottengono anche gli incentivi statali ed europei in quanto considerata “pulita”. Tutti pensavano alla positività del progetto: non solo la Centrale non sarebbe stata dismessa, ma avrebbe prodotto energia pulita, senza avere contraccolpi negativi sul territorio.

Cominciavano le prime scaramucce tra i rappresentanti degli enti locali, ma si pensava comunque in positivo. Nel frattempo – dichiara il Segretario - il Sindaco di Rotonda cambiò completamente parere ergendosi a fiero oppositore della Centrale, presentando una serie di ricorsi insieme al suo collega di Viggianello, che complice una macchina burocratica farraginosa e ritardataria ha dilatato i tempi fino ai giorni nostri.

Da tenere ben presente che su nove Comuni ricadenti nella valle ben sette sono d’accordo al riavviamento della centrale, così come sono favorevoli anche le due Regioni interessate e dopo qualche tentennamento, anche il Parco Nazionale del Pollino.

Quindici anni di ricorsi e controricorsi da parte dei due comuni, con l’aggravante di aver coinvolto le popolazioni, dispensando a man bassa bugie sulla pericolosità della centrale.

Purtroppo è facile mettere il tarlo del dubbio tra le persone, ma una sola riflessione dovrebbe essere sufficiente a smantellare ogni bugia: questa centrale ha funzionato per anni a lignite e poi ad Olio Combustibile Denso. Non era pericolosa in quegli anni e lo diventa quando viene trasformata a biomasse da legno vergine? Il Sindacato, con la UILTEC in prima fila, - afferma Campana - è stato da sempre assertore della trasformazione ed ha combattuto in tutti i modi democratici per far prevalere l’idea del buon senso e della convenienza per il territorio ed i lavoratori a far funzionare una centrale di quel tipo. D’altra parte in Regione ne funzionano già altre, di altre aziende, a Strongoli, a Crotone ed a Cutro.

Non possiamo che ritenerci quindi soddisfatti della decisione del CdM che ha preso in mano la situazione sbloccandola, speriamo definitivamente, dopo quindici anni e centinaia di milioni di euro investiti.

Come sempre saremo vigili sul rispetto delle norme, sulla sicurezza e sull’ambiente perché i primi a voler essere salvaguardati sono gli stessi lavoratori nostri iscritti e non faremo sconti su queste cose.

L’importante però è che ci sia la centrale che produce. Senza di questa non ci possono essere i lavoratori e senza i lavoratori non c’è Sindacato. Purtroppo a fare da contraltare alla notizia positiva del Mercure, registriamo ancora una volta il colpevolissimo ritardo con cui la politica locale e regionale si muove sulla Centrale ENEL di Rossano. Centrale che fa parte delle 23 che l’azienda vuole dismettere entro il 2016.

Da anni l’azienda dichiara di voler dismettere questo sito, che tanti benefici ha portato al territorio, ma il solito squallido balletto dei rinvii e degli inviti da una parte all’altra non ha modificato il progetto aziendale che vuole lo svuotamento del personale diretto, già iniziato ed il taglio degli appalti.

L’ENEL da tempo ha chiesto agli enti locali di fornire un qualsiasi progetto di riconversione, fattibile con gli interessi aziendali, ma nessuno ancora ha prodotto un qualcosa di serio. Solo fiumi di parole e di inchiostro ma niente di costruttivo.

Nel frattempo i lavoratori diretti vengono trasferiti e quelli delle ditte appaltatrici rischiano di andare a rinforzare le squadre dei disoccupati.

Per questo motivo ci ritroveremo a protestare ancora una volta, questa volta davanti alla sede del CdM a Roma, il prossimo 19 giugno per chiedere anche al Governo una presa di posizione netta sulla questione della produzione termoelettrica in Italia.

La politica locale – conclude il Segretario Uiltec - però non può continuare a sfuggire alle proprie responsabilità. Deve affrontare il problema e dare soluzione alle richieste accorate di centinaia di lavoratori che chiedono solo di avere il diritto di lavorare.”