‘Ndrangheta in Lombardia attiva anche in campagna elettorale

Calabria Cronaca

La ‘Ndrangheta in Lombardia sarebbe stata attiva anche in campagna elettorale. Sarebbe emerso dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Luigi Cicalese, ascoltato come teste nel processo a carico di Ambrogio Crespi, dell’ex assessore regionale Domenico Zambetti e di altre persone coinvolte in un’inchiesta della Dda di Milano sull'infiltrazione della 'ndrangheta in Lombardia.

Perché come sarebbe emerso dalle dichiarazioni di Cicalese (già raccolte dal pm nel corso delle indagini), Ambrogio Crespi, nel 2006 candidato sindaco a Milano per i Socialisti liberaldemocratici di Bobo Craxi, si sarebbe quindi rivolto al presunto affiliato alla 'ndrangheta per ottenere sostegno nella corsa a Palazzo Marino.


DIRITTO DI REPLICA. Ndrangheta, Crespi: su Bobo Craxi il pentito smentito dai fatti

09/04/2015 | 08:31 | “Leggo con estremo stupore il mio nome in un'agenzia … ampiamente ripresa dai quotidiani online relativamente a delle deliranti dichiarazione di un pentito nell'ambito del processo sul caso Zambetti a Milano. Faccio presente che tali dichiarazioni risalgono al 2006 e sono state rilasciate durante un'inchiesta denominata "Metallica" e all'epoca vagliate dagli inquirenti e per le quali né io, né mio fratello siamo stati indagati e nemmeno sentiti per essere informati sui fatti. Nel 2011 tali dichiarazioni sono state riprese nel procedimento Zambetti ed anche in questa occasione non sono state utilizzate contro di me”.

È quanto scrive in un lettera alla nostra redazione Luigi Crespi, fratello di Ambrogio e che non è coinvolto nel procedimento, in relazione alle dichiarazioni rilasciate dal collaboratore di giustizia Luigi Cicalese.

“Oggi (ieri, 8 aprile, ndr.), durante l'udienza - prosegue Crespi - è stato ascoltato il pentito Luigi Cicalese, persona tra l'altro che ho conosciuto in qualità di muratore-imbianchino che effettuava lavori di ristrutturazione presso il mio ufficio, e non certamente come membro affiliato di cosche mafiose, le cui dichiarazione sono state ampiamente vagliate e sottoposte a verifica nel contro-interrogatorio dall'avvocato Elia, difensore di Ambrogio. Non esiste quindi alcun mio coinvolgimento diretto o indiretto in tale procedimento”.

“Inoltre per quanto concerne la vicenda di mio fratello ormai maturata nella sua surreale dinamica, basti pensare che il pentito in oggetto all'epoca dei fatti imputati era in carcere e che la presunta richiesta di voti che avremmo fatto per conto di Bobo Craxi è oggettivamente inesistente in quanto Craxi si è candidato per le politiche 2006 non a Milano ma Mantova nell'Ulivo”.

“Queste sono solo due delle circostanze oggettive che sono state oggi portate in udienza e che l'Ansa non riporta con completezza. Aggiungo che - continua Crespi - è necessaria molta attenzione e rispetto in queste situazioni soprattutto quando il processo è in corso e che nel suo percorso in questi mesi ha dato evidenze chiare e precise. Attiverò ogni misura utile e necessaria per difendere me e la mia famiglia da ogni falsificazioni o semplificazioni di sorta. Mi auguro che la Magistratura giudicante possa mettere presto fine a questa vicenda che a tratti risulta paradossale.

Dal canto suo, l’avvocato Marcello Elia, difensore di Crespi, ha voluto precisare coma la circostanza in cui il pentito Luigi Cicalese afferma che Bobo Craxi si sarebbe candidato a sindaco di Milano nel 2006, è assolutamente falsa. Sempre secondo il pentito per appoggiare tale candidatura avrebbe cercato di reperire voti presso i propri familiari tutti residenti in Calabria: “da quando in qua – si chiede il legale - i voti per i candidati sindaci di Milano si reperiscono in Calabria?”. Elia ricorda poi che Luigi Cicalese, dopo ben 15 anni dall’omicidio della compagna Moira Piazzolla, avrebbe affermato di esserne il mandante e che l’assassinio sarebbe stato organizzato da Emanuele Piazzese e materialmente eseguito da Giuseppe Liria. “Liria - spiega l’avvocato - venne assolto dalla Corte d’Assise d’Appello (ai sensi dell’art. 530 co. 2 c.p.p.) per non aver commesso il fatto, ritenendo insussistenti i riscontri individualizzanti nei suoi confronti, sentenza poi confermata dalla Corte di Cassazione. Emanuele Piazzese viene assolto dalla Corte di Cassazione che ha testualmente affermato: ‘L’insussistenza di riscontri esterni individualizzanti nei confronti di Piazzese Emanuele è stato decisivo ed impone l’assoluzione del ricorrente’, giudicando quindi le dichiarazioni rese da Cicalese non supportate da nessun elemento probatorio.

Un’ultima considerazione l’avvocato Elia la esterna in relazione alla notizia Ansa in cui si legge: “Secondo l' accusa Crespi, utilizzando anche Cicalese come tramite, in occasione delle elezioni Regionali del 2010 avrebbe procurato preferenze a favore di Zambetti, accusato di voto di scambio con la 'ndrangheta”. “Tale affermazione – dice il legale - ha dell’incredibile in quanto la Procura della Repubblica di Milano nemmeno lontanamente si è mai sognata di sostenere tale inverosimile circostanza dato che Cicalese (arrestato per l’ennesima volta a giugno 2007) nel 2010 era da ben 3 anni che era in carcere essendo stato condannato (per quanto è dato sapere) per plurimi reati tra cui omicidio, rapine, numerose estorsioni, traffico di stupefacenti e chissà che altro”. “ Tutto questo per amore della verità storica e processuale che – conclude l’avvocato Elia - siamo certi emergerà nella oramai prossima decisione del tribunale di Milano”.

Notizia correlata