Tentati furti in abitazioni: 5 arresti a Ricadi

Vibo Valentia Cronaca

La scorsa notte, una pattuglia di Carabinieri della Stazione di Spilinga, nel mezzo di un temporale, ha notato la presenza di una macchina sospetta nei pressi di un complesso di ville a schiera in zona Capo Vaticano a Ricadi. Dopo qualche ora i militari, che si erano nascosti in osservazione, hanno intravisto 5 persone uscire furtivamente dal complesso residenziale e, dopo aver caricato in macchina vari oggetti alquanto voluminosi, avrebbero cercato di allontanarsi.

I due carabiunieri presenti sul posto sono così intervenuti bloccando l’auto con a bordo i soggetti e dopo una perquisizione hanno ritrovato decespugliatori, affettatrici, televisori, utensili da pesca e materiale elettrico di vario tipo.

Sul luogo sono intervenuti anche i Carabinieri della Compagnia di Tropea e, dopo aver ispezionato le abitazioni interessate, hanno tratto in arresto, in flagranza, Giuseppe Ripepi, 24enne di Ricadi, Claudio Piccolo, 21enne di Limbadi, Stanislao Alessandro Mazzitelli, 28enne di Joppolo, Stefano Pontoriero, 27enne di Ricadi e Mirco Furchì, 22enne di Limbadi. L'accusa per tutti è quella di furto aggravato in concorso.

Espletate le formalità di rito, gli arrestati sono stati tutti tradotti presso le rispettive abitazioni di residenza e sottoposti alla detenzione domiciliare, in attesa delle determinazioni del Tribunale di Vibo Valentia.

La refurtiva recuperata, del valore di circa 10 mila euro, sarà custodita presso gli uffici della Stazione di Spilinga in attesa della restituzione ai legittimi proprietari.


DIRITTO DI REPLICA. FURCHÌ, NESSUNA REFURTIVA IN NOSTRO POSSESSO

19/03/2015 | 18:05 | In relazione alla notizia pubblicata sul nostro quotidiano, Mirco Furchì, una delle persone arrestate quella notte, ci ha inviato una email in redazione nella quale ha inteso spiegare la propria versione sull’accaduto. Furchì, nella missiva, specifica che le forze dell’ordine hanno fermato i cinque arrestati in località Santa Maria, in contrada Petto Bianco eseguendo “un normalissimo controllo dei documenti per poi approfondire con una perquisizione sia della vettura che personale”. “Gli oggetti rinvenuti nella nostra auto - prosegue Furchì - sono stati solo un coltellino svizzero multiuso (piuttosto comune) una torcia a led molto piccola e, in fine, un cacciavite multiuso che usualmente viene conservato in auto per qualsiasi evenienza, come un guasto o altro”.

“Dopo questo fermo, pertanto - specifica ancora il 22enne di Limbadi - i militari ci hanno fatto dapprima scendere dalla vettura, ci hanno ritirato le chiavi del veicolo e i telefoni cellulari e poi fatti risalire a bordo in attesa che giungesse un’altra pattuglia per controllare che non ci allontanassimo”. “Due delle auto dei carabinieri - aggiunge Furchì - si sono poi allontanate, avvertendoci che se vi fosse stata nei paraggi un’abitazione svaligiata ci avrebbero arrestato. Le pattuglie sono rientrate dopo un’ora dichiarandoci in stato di arresto per l'ipotesi di tentato furto”. “Il fatto - conclude il 22 enne nella sua lettera - è che noi non eravamo in possesso di nessun oggetto che potesse indurre i carabinieri a ritenere che fossimo state le persone che avevano commesso il reato”.