Unical. Scienze dell’Educazione preoccupata per stallo dell’Ateneo

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Il Dipartimento di Lingue e Scienze dell’Educazione dell’Università della Calabria esprime forte preoccupazione per la fase di stallo in cui versa l’Ateneo, ulteriormente rafforzata dal congelamento dell’offerta formativa.

Le ragioni di una decisione come quella assunta a maggioranza dal Senato Accademico del 17 dicembre scorso, "che di fatto persegue la logica nefasta dell’immobilismo e del rinvio - affermano, in una nota, dal dipartimento - si fondano su motivazioni che poco o nulla hanno a che fare sia con le legittime esigenze e aspettative dell’utenza (gli studenti) le quali rimangono altamente insoddisfatte, come mostra il dato delle immatricolazioni dell’ultimo anno (1971 posti non occupati, di cui 663 nelle lauree triennali e 1308 in quelle magistrali) pur considerando il calo fisiologico, sia con i criteri e gli obiettivi previsti dal MIUR per rispondere alle nuove domande del mercato del lavoro e rendere competitivo il sistema universitario italiano adeguandolo a quello dei paesi più avanzati, sia con le richieste di innovazione che provengono dal territorio".

"Motivazioni quali l’incompletezza di alcune delle nuove proposte presentate, la carente istruzione delle stesse in ordine anche all’impatto delle nuove istituzioni sui corsi esistenti, unite alla mancata richiesta di chiusura di alcuni di questi e al numero di richieste di pensionamento nel prossimo triennio - prosegue la note - se da una parte sollevano problemi di sostenibilità didattica, dall’altra non possono giustificare la decisione di rimandare il momento della scelta: il calo degli iscritti e l’emigrazione crescente di laureati triennali verso altre università impone, al contrario, una pronta risposta in termini di innovazione e adeguamento dell’offerta formativa. È questo il momento di ripensare l’intero progetto formativo dell’Ateneo assumendo, responsabilmente, la capacità di scegliere quali tra i corsi di studio esistenti si possono mantenere, quali si devono rivedere e quali nuove proposte si possono attivare".

In questa prospettiva ha lavorato il Dipartimento di Lingue e Scienze dell’Educazione, fin dalla sua istituzione, approdando a un primo risultato con la chiusura, "forse troppo generosa e intempestiva della LM in Media Education e l’attivazione, nell’A.A. 2013-14, della LM in Scienze pedagogiche per l’intercultura e la media education che, pure, ha ottenuto l’approvazione e l’accreditamento nella fase sperimentale della SUA, nonché il gradimento degli studenti, tanto che si sono registrati più del doppio delle richieste rispetto al numero previsto dalle tabelle ministeriali e un alto numero di idonei al test d’ingresso (nell’A.A. 2014/2015, 215 richieste e 140 idonei su 100 posti disponibili)".

In questi anni, il Dipartimento ha lavorato alacremente alla elaborazione di altre proposte formative - dipartimentali (nella classe L12) e interdipartimentali (nelle classi LM43 e LM38) - che mirano a preparare professionalità nuove di cui la nostra società globale avverte il bisogno: a partire dagli ambiti della mediazione interculturale e linguistica, dell’informatica collegata alle discipline umanistiche, e delle competenze linguistiche applicate alla comunicazione e alle relazioni internazionali. "E tutto ciò - si legge ancora nella nota - senza aggravare il quadro didattico esistente, ma sfruttando appieno e ottimizzando le risorse didattiche e scientifiche interne al Dipartimento e ad altri Dipartimenti dell’Ateneo, e valorizzando la fruttuosa cooperazione interuniversitaria che abbiamo avviato in questi anni con altri Atenei, europei ed extra-europei, i quali hanno accettato l’idea di associarsi a noi per allargare la positiva e avanzata esperienza delle lauree doppie, già sperimentata efficacemente e con successo dal nostro Dipartimento con l’Università tedesca di Schwäbisch-Gmünd".

"Nell’intraprendere con coraggio questi innovativi percorsi formativi - continuano dal Dipartimento - abbiamo perseguito due direttrici: una endogena, a partire da una riflessione sull’esistente e sulle potenzialità acquisite anche con l’arrivo di nuovi docenti e il passaggio di ruolo con relativa chiamata di alcuni docenti interni (DID); l’altra esogena, a partire da un’analisi dei dati relativi all’andamento delle richieste di iscrizione e delle immatricolazioni nell’ultimo triennio, al numero elevato delle richieste di passaggi e trasferimenti ad anni successivi al I presso i corsi di laurea del Dipartimento, alla condizione occupazionale dei laureati (dati AlmaLaurea), nonché alle collaborazioni già attive con altri Dipartimenti dell’Ateneo, e alle richieste emergenti da incontri e seminari svolti con le parti sociali, che si sono dimostrate particolarmente interessate non solo all’attivazione dei percorsi proposti dal Dipartimento ma, anche, a promuovere attività e iniziative che possano consolidare una collaborazione essenziale sia per ciò che riguarda tirocini e stage, sia per la costruzione di tavoli permanenti di studio e progettazione".

Alla luce del lavoro svolto in questi anni dal Dipartimento di Lingue e Scienze dell’Educazione, come pure da altri Dipartimenti dell’Ateneo, "la decisione del Senato Accademico, peraltro tardiva - continua la nota - interviene a mortificare l’impegno profuso da tanti, tra docenti e personale amministrativo, a ritardare l’adeguamento agli obiettivi posti dal MIUR, e dunque la possibilità di rispondere sia alle nuove domande del mercato del lavoro sia alle esigenze del territorio, a danneggiare la valorizzazione e la crescita complessiva dell’Ateneo e, soprattutto, gli studenti e le famiglie calabresi".

Sulla base di queste considerazioni, il Dipartimento di Lingue e Scienze dell’Educazione, in sintonia con quanti hanno pubblicamente espresso una medesima posizione, chiede al Rettore di riaprire la discussione sulla nuova offerta formativa, per consentire ai Dipartimenti "di adeguare e innovare la propria offerta didattica e mantenere l’impegno assunto con la comunità accademica, all’inizio del suo mandato, di operare nella direzione dello sviluppo dell’Ateneo, della comunità accademica e del territorio".