Droga. Blitz in Umbria, Lazio e Calabria: 20 arresti, colpo al clan crotonese Farao-Marincola

Crotone Cronaca

Un vasto traffico di cocaina gestito dalla 'ndrangheta, in particolare dalla cosca del crotonese dei Farao-Marincola di Cirò insediatasi, e bene, anche in Umbria. Questo quanto avrebbero scoperto i carabinieri che con il coordinamento della Procura distrettuale antimafia di Perugia sarebbero riusciti a far luce su rete strutturata dal clan.

20 i provvedimenti cautelari emessi ed eseguiti dai militari nei confronti di altrettante persone accusate, a vario titolo, dei reati di omicidio e associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Il blitz è stato eseguito sia in Umbria che in Calabria e nel Lazio: le indagini, condotte dal Ros, avrebbero consentito anche di individuare i presunti mandanti ed esecutori di un omicidio consumato nel capoluogo umbro nel 2005 a causa di alcuni debiti che sarebbero stati contratti con il gruppo criminale e legati al narcotraffico.

Sotto la lente degli inquirenti la proiezione umbra della cosca Farao-Marincola, da tempo insediatasi in zona, e considerata dagli inquirenti responsabile di un vasto traffico di cocaina che proveniva dalla Calabria, in particolare dal crotonese, e poi smerciata in varie zone di spaccio.

I particolari dell'operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa, che si terrà alle ore 11 presso il comando legione carabinieri "Umbria".

12.00 | Ha portato a individuare quelli che sono ritenuti i mandanti e autori dell'omicidio del muratore calabrese Roberto Provenzano, ucciso alla periferia di Perugia nel maggio del 2005, l'operazione "Trolley-Sotto traccia" condotta dai carabinieri del Ros. Un delitto che per gli investigatori sarebbe maturato per debiti legati dunque al narcotraffico. Provenzano venne ucciso con un colpo di pistola alla testa nel bagno del suo appartamento di Ponte Felcino.

14:15 | Gli arresti, che nella notte hanno visto impegnati circa 150 carabinieri, sono stati eseguiti nelle province di Catanzaro, Crotone, Perugia, Terni, Prato e Roma. 14 le ordinanze di custodia cautelare in carcere e 2 quelle ai domiciliari. Secondo l’accusa i soggetti sarebbero collegati alla proiezione umbra della cosca di ‘ndrangheta dei Farao-Marincola, colpita - il 10 dicembre scorso nell'ambito dell'operazione Quarto Passo - da 61 arresti eseguiti e coinvolta in un grosso giro di narcotraffico.

I particolari sulle investigazioni sono stati forniti, stamani, dal comandante della Legione Umbria carabinieri, Roberto Boccaccio, dal comandante del Ros, Mario Parente, dal comandante provinciale dell'Arma di Perugia, Cosimo Fiore e dal procuratore distrettuale antimafia di Perugia Antonella Duchini.

L’OMICIDIO DI PROVENZANO

L’omicidio di Provenzano, avvenuto la notte tra il 28 e 29 maggio 2005, secondo gli investigatori sarebbe scaturito da debiti contratti dalla vittima con l'organizzazione calabrese. Per il delitto è imputato Gregorio Procopio, assolto in due gradi di giudizio e il cui caso pende presso la Corte di Cassazione. Le recenti indagini sono state svolte attraverso la rivisitazione e la rivalutazione degli atti e delle intercettazioni relative all'operazione che svolsero sul caso i Ros nel 2007. Le recenti operazioni di filtraggio compiute dal Ris di Roma sulle fonie dell'epoca, infatti, avrebbero permesso di individuare elementi di colpevolezza nei confronti dei sei arrestati.

LA DROGA DALLA CALABRIA ALL’UMBRIA, VIAGGIAVA IN TROLLEY

L’organizzazione, secondo l'accusa, sarebbe collegata anche al sodalizio disarticolato con l’operazione Quarto Passo ed era interessata alla gestione di una fiorente attività di narcotraffico sull'asse Calabria-Umbria e alla distribuzione di ingenti partite di cocaina nelle province di Perugia e di Terni, con 7-10 chili di cocaina per volta, trasportati in trolley dalla Calabria ogni 15 giorni, a bordo di autobus di linea e prelevati dai complici presso il capolinea del centro di Perugia. Secondo gli investigatori farebbero parte del gruppo anche due degli arrestati per il delitto del 2005. Secondo i militari l'organizzazione criminale costituirebbe la prosecuzione del gruppo calabrese che nei primi anni 2000 gestiva il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti a Perugia e che, in linea con le regole di 'ndrangheta, avrebbe determinato l'omicidio di Provenzano, colpevole di non aver rispettato gli accordi con il sodalizio.