Slc Cgil: Calabria fanalino di coda d’Italia per musica e teatro

Calabria Attualità

"I dati forniti dall’ultimo rapporto Svimez consegnano alla Calabria il titolo di regione più povera d’Italia. Su questi dati tante sono state le analisi fornite da attori istituzionali, parti sociali e datoriali, molte le ricette fornite, diversi gli appelli al cambio di rotta rivolti al neo presidente della Regione Calabria Mario Oliverio. A questi dati allarmanti si è aggiunta l’analisi, fornita pochi giorni addietro, de “Il Fatto Quotidiano” sulla situazione della produzione culturale in Calabria, che in buona sostanza conferma quanto come Slc Cgil Calabria denunciamo oramai da tempo: in Calabria non esiste una produzione culturale". E' quanto scrive la Slc Cgil Calabria.

"Occupandoci noi - continua la nota - contrattualmente, dei lavoratori dell’arte, musica e più in generale dello spettacolo, da tempo segnaliamo e denunciamo la completa assenza di politiche regionali rivolte alla creazione di un sistema di “produzione culturale” che di fatto consegnano, come dimostrano i dati forniti anche dall’ultimo articolo a firma di Fabrizio Basciano, alla Calabria il primato negativo di “fanalino di coda” del Bel Paese. Non esistono in Calabria Fondazioni Lirico-Sinfoniche, ovvero i teatri d’opera che ricevono i contributi del FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo); zero sono le ICO (Istituzioni Concertistico Orchestrali). Pochissimi sono i teatri di tradizione. Tra i quali il Rendano di Cosenza che, come anche il Cilea di Reggio Calabria, non ha nemmeno un sito web diretto dal quale prendere informazioni circa le programmazioni. A questi va aggiunto il Politeama di Catanzaro, sul quale la Slc di CZ nei giorni scorsi ha espresso le proprie considerazioni sull’appello lanciato dal direttore Foglietti ai “mecenati” della città. Tanti sono, inoltre, i teatri della regione che per intere stagioni non presentano programmazione e diversi sono quelli che presentano spettacoli sporadici riconducibili, più che altro, a tour di artisti nazionali. Questo insieme di cose, come più volte denunciato dalla nostra categoria, ha determinato la completa assenza di occupazione in questa regione che la storia ha rappresentato nel tempo come il fulcro dell’arte e dello spettacolo dai tempi della Magna Grecia".

"Sicuramente la responsabilità - prosegue la Slc Cgil - non è da addossare esclusivamente al recente governo Scopelliti, nonostante i disastri dell’oramai ex assessore Caligiuri, ma alla mediocrità sesquipedale delle varie classi politiche che si sono susseguite in Calabria dal 1970 ad oggi. Una classe politica miope, incapace di realizzare investimenti ed interventi strutturali nel settore della cultura volti a favorire iniziative che contribuiscano alla crescita economica e sociale del territorio. Ma piuttosto preoccupata di utilizzare anche i fondi destinati alla cultura per finanziare e favorire clientele. Al neo governatore Oliverio, che in questi giorni è alle prese con la realizzazione della squadra di governo, chiediamo di considerare il settore della cultura come bene di prima, e non ultima, necessità. Considerando la produzione culturale quale volano per la realizzazione di investimenti che riescano da un lato a creare crescita economica e sociale, ma dall’altro, soprattutto, visto la fame di lavoro, anche quale settore dove costruire solide basi per la realizzazione di occupazione in questa terra lacerata da percentuali di disoccupazione tra le peggiori in Europa".

"Non c’è da inventarsi molto, c’è da emulare esempi virtuosi che - conclude la nota - in altre regioni sono stati realizzati nel tempo. Bari, Matera, Lecce, Palermo, Napoli, non sono sicuramente città distanti culturalmente e fisicamente, eppure sono state capaci di concretizzare interventi ed investimenti capaci di dare anche occupazioni in quei territori. Auspichiamo che la costituenda Giunta Oliverio vorrà confrontarsi costruttivamente su questo strategico settore, noi dal canto nostro rinnoviamo piena disponibilità ad una fase concertativa che traguardi occupazione nel settore culturale, favorendo, al contempo, crescita economica e sociale".