Asp Cosenza, il Tdm tira le somme del 2014: anno nuovo problemi vecchi

Cosenza Salute

A fine anno il Tribunale per i Diritti del Malato tira le somme della gestione ASP del 2014 per la zona dell’Alto Tirreno Cosentino e, ancora una volta, sembra focalizzare l’attenzione su servizi essenziali per la popolazione e per una gestione ottimale di una sanità che tante volte ha avuto connotazione negativa per molteplici cause non ultima quella di una gestione che ha portato più volte l’avv. Domenico Oliva, referente del TDM per l’Alto Tirreno Cosentino, a esprimere forti denunce nei confronti di coloro che apparivano essere i responsabili di carenze e apparente malasanità.

Ricordiamo le accuse mosse più volte dal TDM alla dott.ssa Bernaudo, direttore del distretto sanitario Tirreno, o al servizio 118, o ad altri servizi primari nella gestione della sanità pubblica.

“Il 2014 si chiude con un bilancio che non lascia prevedere nulla di buono per il nuovo anno; ci ritroveremo con molta probabilità con i vecchi problemi ed i soliti meccanismi. Onore al merito alle associazioni di volontariato, alle onlus, alle fondazioni, che anche per il 2014 hanno garantito, per conto ASP, servizi di elevato interesse pubblico pur anticipando spese, investimenti, energie umane e risorse economiche per diversi mesi quasi ponendosi come i finanziatori della stessa azienda sanitaria. – così si esprime l’avv. Oliva – Primo fra tutti spicca il sistema di emergenza urgenza 118 per la organizzazione del quale il TDM aveva avanzato una proposta che, se adottata, avrebbe garantito all’ASP un risparmio di almeno 14 milioni di euro con un conseguente reinvestimento delle somme consentendo un ottimale potenziamento e una capillarizzazione del sistema alla stessa stregua di altre regioni all’avanguardia in tale settore.

Al contrario vediamo che i servizi garantiti dal terzo settore restano senza il rimborso delle spese sostenute da almeno dieci mesi, come accade per la postazione 118 di Diamante gestita dall’Ordine di Malta, tra scuse poco plausibili e decisamente pretestuose avanzate dagli uffici amministrativi tra i quali spicca l’ufficio ragioneria dell’ASP.

Speculare situazione è rinvenibile anche per il trasporto di pazienti sottoposti a dialisi, effettuato anche dalla Misericordia di Diamante, nel cui caso dapprima la direzione del distretto sanitario, con alla guida la Bernaudo, e successivamente l’ufficio ragioneria dell’ASP, con il mancato di rimborso di numerosi mesi di servizio, ne hanno ostacolato l’esecuzione in vari modi anziché stimolarne la integrazione con i servizi ospedalieri e territoriali.

Altra nota dolente è la presenza di reparti ospedalieri che aprono e chiudono continuamente in un balletto tra le strutture ospedaliere di Paola e Cetraro con un chiaro svantaggio per il paziente ricoverato o soccorso e per la sua salute oltre che con un chiaro dispendio economico. Infine l’ospedale di Praia a Mare che potrebbe essere convertito in un centro di eccellenza, di cui l’ASP e il nostro territorio ha necessità per evitare l’esodo fuori regione, sull’esempio di analoghi casi della vicina Basilicata, giusto per non allontanarsi molto dalla nostra terra.

Purtroppo bisogna prendere atto che il rinnovamento dei vertici aziendali, come a breve avverrà, a volte non è sufficiente se non vengono rinnovati i livelli che stanno al di sotto della direzione generale, amministrativa e sanitaria; sono, infatti, tali livelli funzionali che frequentemente vanificano il lavoro anche dei vertici più capaci.

Bisogna puntare a competenza ed alta professionalità di dirigenti e funzionari per risollevare le sorti, organizzative ed economiche, di una azienda sanitaria che è tra la più grandi d’Italia; questo sarà possibile se si esce da meccanismi che da decenni si sono consolidati nell’ASP pensando che il risanamento può continuare più rapidamente di quanto sia iniziato.”