Mario Oliverio a Corigliano: “Investire in giovani e ricerca per rilanciare agricoltura”

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“Uno dei settori più importanti su cui la Calabria deve scommettere per determinare una forte inversione di tendenza rispetto alla grave crisi in atto, è sicuramente l’agroalimentare, il settore che produce maggiore incidenza nell’economia regionale, nella produzione lorda vendibile e per quanto riguarda l’occupazione. Un settore che, per fortuna, non parte da zero, grazie al sistema delle imprese che, pur in una condizione di seria difficoltà determinata dal gap delle relazioni con i mercati, in questi anni ha saputo innescare seri processi di innovazione.” È quanto ha dichiarato Mario Oliverio, candidato di centrosinistra alla Presidenza della Regione Calabria, in un incontro a Corigliano.

“Nonostante ciò restano ancora tante le potenzialità inespresse. – Prosegue Oliverio - Basti pensare al settore olivicolo, in cui la Calabria è al primo posto in Italia per la produzione. Di questa solo il 2,4% dell’olio prodotto nella nostra regione viene imbottigliato in loco e arriva sul mercato come olio calabrese. Il resto viene esportato altrove, tagliato e immesso sul mercato con una etichetta che non ne valorizza il luogo di produzione. Dobbiamo, quindi, dare forza alle nostre produzioni per creare un valore aggiunto che rimanga e ricada sul nostro territorio regionale.

Una filiera dell’agroindustriale che si collega e si irrobustisce crea inevitabilmente maggiori opportunità di lavoro e favorisce l’incremento del PIL. Occorre, - dichiara - quindi, lavorare perché le imprese agricole calabresi siano aiutate ad abbattere i costi per diventare più competitive sui mercati nazionali ed internazionali. Per fare questo bisogna investire su un grande progetto che favorisca ed incentivi l’immissione dei giovani nel mondo del lavoro e dell’impresa.

In tal senso quello dell’agroalimentare è il settore che meglio si presta a questo tipo di operazione, poichè le nostre imprese agricole sono, perlopiù, a carattere familiare.

Anche per quanto riguarda la ricerca, infine, occorre superare una vecchia impostazione secondo cui essa doveva essere concentrata in centri avulsi dall’esperienza agricola concreta.

Le più avanzate realtà di questo settore confermano, invece, che la ricerca deve svolgersi nelle aziende e diventare un fattore di collegamento e di aiuto ad esse. L’agricoltura, - conclude - insomma, va fatta sul campo e le aziende devono essere protagoniste di un progetto avanzato di ricerca, in collaborazione con le università e il mondo scientifico”.