Stragi di migranti, mobilitazione per riattivare Marenostrum

Manifestazione
  • Data
  • Luogo
    Sede Arci, sala “Carlo Giuliani”, via Lucifero 15

Mobilitazione nazionale, oggi martedì 21 aprile, per fermare le stragi in mare e chiedere la riattivazione dell’operazione “Marenostrum”. L’appuntamento a Crotone è per le 18,30 presso la sala “Carlo Giuliani” della Sede Arci, in via Lucifero, 15.

Intenzione è quella di raccogliere le firme di tutti coloro che vogliono, in questo momento, dimostrare che l’Italia non è un Paese fatto solo di ciò che l’Arci definisce “politica cinica e razzismo di stato”. “Pensiamo che – proseguono - si debba dare subito un segnale forte e avviare un percorso che non può fermarsi finché il governo e l’UE non avranno adottato soluzioni concrete”.

“In una settimana più di mille morti in due stragi annunciate. Stragi che – aggiungono dall’Arci - hanno responsabilità precise: le scelte politiche e le leggi dei governi dell’UE (compreso quello italiano) che consegnano le persone in cerca di protezione nelle mani dei mercanti di morte. Aumentando controlli e mezzi per pattugliare le frontiere non si fermeranno le stragi come dimostra quest’ultima tragedia, in cui i morti potrebbero addirittura essere 900, avvenuta a poche ore da quella che ha portato a morire altre 400 persone. Chi scappa per salvare la propria vita e quella dei suoi cari non si ferma davanti al rischio di morire in mare”.

“Non c’è più tempo da perdere” sostengono all’associazione suggerendo che “Si aprano subito vie d’accesso legali, canali umanitari, unico modo per evitare i viaggi della morte. Il governo italiano, in attesa che sia la Ue a farsene carico, riattivi subito un programma di ricerca e salvataggio in tutta l’area del Mediterraneo. Chieda contemporaneamente all’UE di farsi carico di un programma di ricerca e salvataggio europeo”.

“Si sospenda il regolamento Dublino e – concludono - si consenta alle persone tratte in salvo di scegliere il Paese dove andare sostenendo economicamente con un fondo europeo ad hoc l’accoglienza in quei Paesi sulla base della distribuzione dei profughi”.